Sulle macerie di Genova fate rinascere la speranza
Ci troviamo nuovamente a parlare dell’ennesima tragedia che si poteva evitare. Questa volta è toccata alla città di Genova, già vittima in un recente passato di devastanti alluvioni. Martedì della scorsa settimana, intorno alle ore 12 è crollata un’intera campata del ponte Morandi, importante asse viario costruito nel 1967. In pochi secondi circa duecento metri di autostrada sono venuti giù portandosi dietro 30 auto e tre camion. Il bilancio delle vittime, ancora non definitivo dato che le ricerche dei superstiti è ancora in corso, è di 43 morti, tra cui tre bambini, 16 feriti (9 in gravi condizioni). Sono state sgombrate 13 palazzine che si trovano sotto la parte del ponte non crollata e circa 600 sfollati non potranno rientrare nelle loro abitazioni.
Inutile parlare delle polemiche e del polverone che giustamente ha sollevato questa tragedia, frutto di 70 anni di malgoverno, speculazione e corruzione. Di certo, crediamo non sia utile attaccare i singoli politici o partiti, questa è una tragedia i cui responsabili vanno ricercati in un sistema politico vecchio negli anni e totalmente marcio. Nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito al brutale smembramento di una nazione, con la svendita di intere strutture pubbliche e industrie che rappresentavano vanto ed eccellenza per il nostro Paese.
Il tutto è avvenuto tra il silenzio e la complicità generale, compreso il popolo italiano da sempre complice silenzioso delle nefandezze subite dall’Italia. Di sicuro, l’attuale governo si trova una bella patata bollente tra le mani. Ad oggi, abbiamo assistito solo a promesse di cambiamento, accuse lanciate a 360° (Benetton, Atlantia…) e prime dichiarazioni da far accapponare la pelle. Ma come può un primo ministro davanti a una tragedia simile, in cui la classe politica è colpevole al 100%, limitarsi ad elogiare la macchina dei soccorsi? Vergognoso. Per non parlare del nostro ministro degli Interni, oramai un abitué di battute sconvenienti. Raccapricciante dichiarare che in una giornata così tragica c’è la buona notizia della nave Aquarius che con il suo carico di disperati non attracca in Italia. Eh si, in Italia la musica è cambiata, la pacchia è finita, ma ovviamente solo per i poveracci. Caro ministro, non crediamo che lei sia peggiore di tanti altri politicanti che lo hanno preceduto, ma almeno ricordiamoci dell’esistenza dell’umana pietà.
Non siamo qui per giudicare i politici, di certo in 70 anni ne sono passati tanti e con diverse “colorazioni”, ma di sicuro non è mai cambiato il risultato. Ricordiamo ai tanti italiani distratti dal “nemico migrante”, che l’Italia è uno Stato privo di ogni sovranità, uscito sconfitto dal secondo conflitto mondiale e totalmente succube di Stati Uniti, Gran Bretagna e alleati vari (Israele compreso). Ma di questa “occupazione silenziosa” a nessuno interessa, nessuno organizza ronde intorno alle centinaia di istallazioni militari americane, nessuno chiede la chiusura di questi siti. Bisogna chiudere i porti ai disgraziati, ma non le basi militari dei tiranni. Il nemico resta comunque altro, il migrante. In realtà, anche se può sembrare fuori luogo, riteniamo che in tutto questo il popolo italiano sia assolutamente complice e colpevole. Direttamente o meno, le tragedie come quelle di Genova sono il frutto di un Paese senza spirito, senza spina dorsale, con un popolo pronto a vendersi, mendicare e al massimo piagnucolare, ma incapace di influire sul proprio destino, donare qualcosa di sé per questa tanto sbandierata Sovranità.
A Genova fate rinascere la speranza
Provando a guardare al futuro, ai possibili scenari e soluzioni, si parla tanto di nazionalizzazione e revoca delle concessioni. Noi temiamo che il tutto possa risolversi con una cascata di soldi e un ponte nuovo. Al di là delle sensazioni, proviamo ad immaginare altro. Cerchiamo di dare una prospettiva e una chiave di lettura diversa a questa ennesima tragedia. Vogliamo credere nella speranza della rinascita di un popolo e di una nazione sulle macerie di una tragedia e del sacrificio di tanti innocenti. Crediamo che da un dramma simile l’attuale governo possa avere la possibilità di rompere, staccare quel cordone fatto di corruzione, complicità, malaffare che da decenni segna la vita e il destino del nostro Paese. Non sarà sicuramente facile, ci sono pressioni e ingerenze straniere che da sempre dettano legge in Italia. Sarebbe sicuramente un’impresa, bisognerebbe andare contro i propri interessi, forse saremmo chiamati a pagare un conto molto salato, magari per la prima volta saremmo un popolo che alza la testa davanti al proprio padrone. Da credenti e sognatori vi diciamo che è possibile, basta essere capaci di credere fino in fondo ed essere pronti a donarsi per una causa suprema: la difesa del proprio popolo. Da qualche parte, in questo mondo, ci sono popoli che in tal senso hanno lasciato nobili esempi, sono stati capaci di donare i figli migliori per la libertà del proprio popolo e della Terra in cui vivono. Basterebbe seguire questi di esempi e non continuare ad abbaiare al vento.
di Giovanni Sorbello