Bahrain, sciiti tra condanne a morte ed ergastoli
Coperto dal silenzio complice della comunità internazionale, il regime del Bahrain continua le sue brutali misure repressive contro i membri della comunità religiosa sciita.
Il principale gruppo di opposizione del Bahrain, la Società Islamica Nazionale al-Wefaq, ha riferito che le figure religiose sciite sono sistematicamente sottoposte ad arresti arbitrari, torture, processi, revoca della cittadinanza e deportazione forzata. Il movimento al-Wefaq ha registrato più di 500 casi di arresti, convocazioni e vari processi di sicurezza dei religiosi sciiti in Bahrain.
Negli ultimi anni, le autorità di sicurezza del Bahrain hanno arrestato arbitrariamente centinaia di religiosi sciiti per le loro tendenze ideologiche e opinioni politiche. Al-Wefaq ha inoltre sottolineato che “i verdetti severi e ingiusti” hanno preso di mira più di 50 chierici, che vanno da multe salate all’abolizione della nazionalità, dall’ergastolo e alla pena di morte.
Al-Wefaq condanna la politica di persecuzione e discriminazione del regime di al-Khalifah, sottolineando che le autorità non hanno significative iniziative di riforma a livello dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda la libertà di religione e credo.
Undici anni di Resistenza in Bahrain
Dal febbraio 2011, migliaia di manifestanti anti-regime organizzano manifestazioni quotidiane, chiedendo alla dinastia al-Khalifah di lasciare il potere e istituire un sistema giusto che rappresenti tutti i Bahrainiti. Manama ha fatto di tutto per reprimere ogni forma di dissenso. Il 14 marzo 2011, truppe provenienti dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti sono state dispiegate per assistere il Bahrain nella repressione degli oppositori. Decine di persone hanno perso la vita e centinaia di altri hanno subito lesioni o sono stati arrestati.
Il 5 marzo 2017, il parlamento del Bahrain ha approvato il processo contro i civili nei tribunali militari in un provvedimento fortemente criticato da attivisti per i diritti umani e definito equivalente all’imposizione di una legge marziale non dichiarata in tutto il Paese. Il monarca del Bahrain, Re Hamad bin Isa al-Khalifah, ha ratificato l’emendamento costituzionale il 3 aprile 2018.
di Redazione