Governo: Conte rimette il mandato, Cottarelli incaricato
Si conclude con un nulla di fatto il mandato del professor Giuseppe Conte per la formazione di un governo Lega-M5S. Dopo il no del Presidente della Repubblica al nome indicato per il ministero dell’Economia e delle Finanze, quello dell’economista euroscettico Paolo Savona, il premier incaricato Conte rinuncia al mandato e rimette tutto nelle mani di Mattarella. Il Presidente della Repubblica, dopo aver rilasciato dichiarazioni perentorie su quelle che sono le sue prerogative istituzionali ed il suo ruolo di garanzia, ha provveduto in mattinata all’incarico dell’economista Carlo Cottarelli, già noto per essere stato il commissario della spending review nel governo Letta.
Si apre così una crisi istituzionale senza precedenti in Italia che porta tutti i nodi politici al pettine ed inasprisce ulteriormente i toni di una bagarre politica che rischia di degenerare in scontro sociale. L’aspirante avvocato difensore del popolo italiano ha rimesso le carte in borsa ed ha abbandonato l’aula lasciando ad altri la patata bollente di una causa persa. I suoi sponsorizzatori Di Maio e Salvini, già in procinto di ricevere le chiavi dei rispettivi uffici, si dichiarano esterrefatti ed arrabbiati e se il M5S già pensa ad una procedura di impeachment nei confronti di Mattarella per alto tradimento, Salvini parte dal basso, minacciando Forza Italia di scissione dell’alleanza in caso di fiducia al governo Cottarelli.
Il Presidente della Repubblica, si è assunto una responsabilità istituzionale e politica che richiede una determinazione ai limiti dell’umano. Si è attestato su una posizione di prudenza perfettamente in linea con ciò che l’eurozona si aspetta dall’Italia, ossia rispetto delle regole e degli umori imposti dai mercati finanziari. Si è detto preoccupato per i risparmi degli italiani, magari senza troppo considerare che proprio l’obbedienza cieca ai diktat europei e teutonici in particolare, quei risparmi li ha di fatto assottigliati. Si è aggrappato al testo costituzionale brandendolo come uno scudo di fronte alle bordate giallo-verdi, imponendosi come figura super partes che non tollera imposizioni e dando l’ultima stoccata in un braccio di ferro istituzionale che va avanti oramai da un trimestre.
Ne fa le spese come sempre il popolo italiano, ritrovatosi senza difese alla sbarra di un plateale processo politico che inorridisce e preoccupa tutto il mondo, aborigeni australiani inclusi. Se il governo Cottarelli non dovesse ottenere fiducia si tornerà alle urne alla fine di un’estate che già si preannuncia come un afoso percorso di passione.
di Massimo Caruso