La mano di Washington dietro le proteste in Iran
Con il sostegno degli Stati Uniti, il regime saudita sta cercando di approfittare delle proteste civili e della libertà di espressione in Iran per raggiungere i suoi obiettivi politici e fomentare il caos. Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato il sostegno “duplice e opportunista” dei funzionari statunitensi nei recenti raduni di protesta contro le condizioni economiche in alcune città iraniane. Le recenti manifestazioni di protesta in alcune città iraniane sono esplicita testimonianza della libertà di espressione in Iran; anche alcuni organi di stampa di opposizione hanno confermato che le proteste si sono svolte contro i problemi economici.
“La grande nazione iraniana considera il supporto opportunista e duplice dei funzionari americani per le proteste negli ultimi giorni in alcune città iraniane, nient’altro che un inganno dell’ipocrisia dell’amministrazione statunitense”, ha dichiarato ieri il portavoce del ministero degli Esteri, Bahram Qassemi, condannando le osservazioni “a buon mercato, inutili e ingannevoli” da parte di funzionari statunitensi. Il popolo iraniano – prosegue il funzionario – non attribuisce alcun valore alle osservazioni opportunistiche dei funzionari americani e del presidente Donald Trump stesso. Qassemi ha sottolineato che il popolo iraniano è il pilastro principale della sicurezza e del progresso del Paese.
In un tweet di venerdì, Trump ha fatto osservazioni fastidiose sulle recenti proteste contro le condizioni economiche in Iran, affermando che il governo iraniano dovrebbe “rispettare i diritti della propria gente, compreso il diritto di esprimersi. Il mondo sta guardando!”.
La reazione degli Stati Uniti è arrivata dopo che gruppi di manifestanti iraniani hanno tenuto manifestazioni in diverse città per esprimere la loro rabbia contro l’aumento dei prezzi e della disoccupazione. Qassemi ha inoltre affermato che la nobile nazione iraniana sta monitorando da vicino il ruolo attivo di Trump nelle violazioni dei diritti umani in Palestina, Yemen e Bahrain. La nazione ricorda anche le “dispettose” offerte di Trump per impedire agli iraniani di entrare negli Stati Uniti e “l’arresto di molti iraniani che risiedono in quel Paese sotto pretesti privi di fondamento”, ha aggiunto il portavoce.
“La Costituzione della Repubblica islamica dell’Iran ha previsto strutture democratiche per proteggere legalmente le richieste civili delle persone, ed è completamente possibile dare seguito a queste richieste nell’ambito della legge”, ha spiegato il funzionario del ministero degli Esteri. Qassemi ha condannato i 70 anni di interferenza da parte delle diverse amministrazioni statunitensi negli affari interni della Repubblica islamica, aggiungendo: “I funzionari americani non sono nella posizione di simpatizzare con la grande e saggia nazione iraniana”.
Marcus Papadopoulos, editore di Politics First ha dichiarato oggi nel corso di un’intervista rilasciata a Press Tv che: “Credo che in Iran ci siano alcuni manifestanti sinceri che non vogliono un intervento straniero nel loro Paese, ma vogliono che si faccia qualcosa per la povertà, ma ci sono altri che stanno seguendo gli ordini degli americani”.
di Giovanni Sorbello