Apple, presentate una serie di class action
Una serie di class action sono state presentate contro la Apple per la vicenda degli aggiornamenti che mettevano fuori uso i vecchi modelli di iPhone con difetti di batteria.
Per adesso le azioni legali riguardano gli Stati Uniti, essendo state presentate dinnanzi alle corti federali di California, Ohio, North Carolina ed Indiana. Secondo gli avvocati la Apple era a conoscenza del fatto che la sostituzione delle batterie difettose avrebbe migliorato le prestazioni dei dispositivi più vecchi. Un’altra pesante accusa riguarda le presunte interferenze della casa produttrice sulla proprietà privata, avendo la stessa rallentato con l’inganno i dispositivi. Infine, sempre secondo i legali statunitensi, la Apple avrebbe fornito dichiarazioni fuorvianti che tendevano a tenere nascosti natura e scopo del difetto.
Di fatto le azioni legali americane sono nate dalla reazione furiosa di numerosi utenti, dopo le ammissioni fatte dalla stessa casa di Cupertino sui rallentamenti sospetti dei vecchi iPhone.
L’azienda si difende affermando che si tratterebbe di interventi mirati a garantire maggiore longevità ai dispositivi, consentendo alle batterie al litio di degradarsi meno velocemente. Una linea di difesa che, almeno per il momento, ha evitato il crollo dei titoli in borsa, anche se gli esperti del settore non nascondono serie preoccupazioni per quella che potrebbe rappresentare una pesante caduta d’immagine per la Apple.
La polemica e l’indignazione dei consumatori sembra montare di ora in ora e non solo negli Usa. Nel nostro Paese, il Codacons ha infatti annunciato che presenterà un doppio esposto alla Procura della Repubblica di Roma e all’Antitrust ai fini dell’accertamento di eventuali condotte illecite da parte di Apple, in particolare, pratiche dolose tendenti a costringere i possessori di apparecchi datati ad acquistare i modelli più recenti.
Se si accertasse tale grave illecito da parte dell’azienda americana, si darebbe certamente il via ad una class action anche in Italia, configurandosi il reato di truffa a danno di centinaia di migliaia di utenti (in Italia Apple si attesta al 18% del mercato degli smartphone). Dunque, chi sospettava già da tempo che ci fosse lo zampino di Apple nel rallentamento del proprio iPhone, ne ha avuto conferma direttamente da fonte aziendale.
Anche se non si accertassero le ragioni di mercato, ma di mero intervento tecnico atto a preservare i modelli con batterie al litio oramai vicine all’esaurimento, ci si troverebbe comunque in presenza di una forte ingerenza nell’utilizzo di un dispositivo privato da parte della ditta che l’ha costruito, la quale, inoltre, aveva per anni taciuto sopra la reale natura e l’entità dei propri interventi.
di Massimo Caruso