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Germania: approvata la Facebook Law

Entrerà in vigore ad ottobre la Network Enforcement Act o Facebook Law, la controversa legge contro gli haters e le fake news approvata qualche giorno fa dalla Bundestag.

Il testo normativo propone dure sanzioni di carattere economico contro i gestori dei principali social network come Facebook, Twitter, YouTube e Linkedin, se non dovessero provvedere a rimuovere immantinente i contenuti caratterizzati dal cosiddetto hate speech, ovvero messaggi che si fanno veicolo di odio, ingiuria od offesa personale.

Le sanzioni vanno da 5 a 50 milioni di euro e colpiranno tutti quei social network che non provvederanno a rimuovere i contenuti illegali entro le 24 ore dalla loro pubblicazione. Il termine può essere prorogato ad una settimana in tutti quei casi in cui si ravviserà minore evidenza o gravità.

Facebook, secondo un suo portavoce, ha replicato immediatamente, affermando di condividere gli obiettivi di fondo del disegno di legge tedesco, ma che sarebbero auspicabili misure di concerto tra operatori, autorità e società civile. Solo attraverso tale sinergia, afferma il portavoce, si può pensare a porre un argine ad un fenomeno dilagante e preoccupante, soprattutto alla luce dei gravi risvolti registrati a livello sociale.

Il provvedimento legislativo non è limitato solo agli haters, ma anche a tutti coloro che si rendono responsabili della diffusione di notizie false, le fake news, che tanta influenza hanno quotidianamente sulla formazione di un’opinione pubblica oramai drogata, disorientata e che alimenta fenomeni sociali nocivi quali l’analfabetismo funzionale.

C’è da dire che società come Google e la stessa Facebook hanno predisposto dei sistemi di prevenzione contro la diffusione di notizie false o contenuti incitanti all’odio o al terrorismo. Anche il Consiglio Europeo ha da poco più di un mese approvato delle proposte che conseguano il fine di intimare alle società la rimozione di tali contenuti. Nonostante questi sforzi però la diffusione di fake news e di contenuti diffamatori o incitanti all’odio sono in costante crescita. La legge del governo tedesco presenta molteplici chiavi di lettura.

Innanzitutto si può ben dire che essa rappresenterebbe la prima vera sconfitta delle multinazionali americane, le quali dovranno ammettere che i sistemi di controllo e censura interni hanno fallito su tutta la linea. In secondo luogo, potrebbe rappresentare, un epocale precedente, oltre che un giro di vite in senso repressivo della libertà di pensiero degli internauti e più in particolare degli utenti dei social network. Ci si è posti sin da subito il problema dei criteri di repressione e censura dei contenuti, in un fioccare di ipotesi e scenari di orwelliana memoria.

Se non si approderà alla fattispecie dello psicoreato, sicuramente si potrà andare incontro ad interpretazioni creative di quella effimera linea di confine che divide l’espressione delle proprie opinioni dall’offesa personale, la satira dall’eversione, l’indignazione civile dall’apologia a forme di totalitarismo, la fede dal terrorismo.

Sicuramente dopo la notizia dell’approvazione del disegno di legge tedesco, tutti ci siamo sentiti un po’ più haters e sicuramente un po’ meno liberi e pensanti. Si, perché quando la repressione non riguarda condotte materialmente apprezzabili, come la violenza o il furto, ma si concentra sui concetti espressi in un contesto dai più percepito astratto ed etereo come il web, finisce per assumere la forma dell’intollerabile, quanto arcigno monito del maestro che tutto scruta ed osserva. Possiamo anche sederci all’ultimo banco, nell’angolo più remoto e meno illuminato della classe, ma prima o poi saremo beccati e la mannaia della punizione scenderà sulle nostre ingenue testoline.

Cyberbullismo, persecuzioni mediatiche, campagne d’odio e di diffamazione, notizie false o tendenziose, apologie di terrorismo e totalitarismi vari subiranno sicuramente importanti battute d’arresto. Insomma il lato più oscuro ed odioso del web potrebbe essere finalmente ripulito, ma la spontaneità geniale, ironica e dissacratoria di tutti noi sarebbe costretta ad aggirarsi tra macerie di remore, rimorsi e ripensamenti.

Da leoni da tastiera a pecore da centro commerciale. Tutto molto più opportuno e politicamente corretto.

di Massimo Caruso

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