Servitù militari, cosa è meglio non dire
Sono stati circa 250 gli incontri in istituti scolastici e universitari sulle attività dell’esercito e sulla presenza di servitù militari nel territorio nazionale tra il 2014 e il 2015. Nonostante l’evidente sforzo da parte dei ministeri di Difesa e Istruzione per organizzare una campagna di informazione sul mondo militare, i senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, Bruno Alicata ed Emilio Floris hanno presentato un interrogazione parlamentare sull’incontro “Sardigna terra de bombas e cannones” (Sardegna terra di bombe e cannoni). L’iniziativa, tenutasi presso il liceo scientifico Mossa di Olbia, è stata voluta e promossa dal Collegio dei docenti e dal dirigente scolastico Luigi Antolini. L’obiettivo era quello di fornire agli studenti “tutti gli strumenti utili per formarsi una propria opinione informata dei fatti e vivere pienamente la propria cittadinanza in maniera attiva”.
Il progetto scolastico comprende in totale tre incontri sul tema del militarismo e sulle tante sfaccettature e ripercussioni sull’ambiente e sulla popolazione. I parlamentari di Forza Italia sottolineano nell’interrogazione come sia “inconcepibile che all’interno di istituti statali vengano diffusi messaggi contro le istituzioni, con tesi sostenute da comitati spontanei, separatisti o antimilitaristi, peraltro senza alcun contraddittorio”. Nell’interrogazione si richiede che vengano sospesi i successivi incontri e che vengano prese misure disciplinari contro il professor Cristiano Sabino e contro il Collegio Docenti che ha approvato l’evento.
Le lezioni dei militari
Leggendo la ripartizione degli interventi dei vari reparti dell’Esercito Italiano negli istituti scolastici e universitari d’Italia, risulta evidente la sproporzione degli incontri tra nord e sud.
Dei 250 incontri tra il 2014 e il 2015, 30 si sono svolti nella regione Sardegna, superata solo da Sicilia (66), Calabria (58), Campania (39) e Puglia (31). Tutte regioni con forte presenza di basi e servitù militari sul territorio e appartenenti a quel sud Italia gravemente colpito da recessione e disoccupazione. Secondo quanto pubblicato nella pagina di Scida, se si considera la popolazione in età scolastica tra i 14 e i 18 anni, in Lombardia l’esercito organizza un’iniziativa ogni 57mila studenti, mentre in Sardegna una ogni 2.300 studenti.
In pratica la presenza dell’esercito nelle scuole sarde è 25 volte superiore a quella in Lombardia”.
Educare i giovani al militarismo in tempi di pace non desta nessuna riflessione, nessuna opposizione.
Poi basta un unico incontro sui rischi delle servitù militari e delle esercitazioni per la popolazione e l’ambiente per far gridare allo scandalo.