Corte spagnola blocca referendum su indipendenza Catalogna
La Corte costituzionale spagnola ha bloccato una risoluzione del parlamento regionale della Catalogna per indire un referendum sull’indipendenza nell’anno in corso. Diversi tentativi da parte della Catalogna di ottenere l’approvazione da parte del governo centrale spagnolo di un referendum sull’indipendenza sono andati falliti. La sentenza del tribunale alimenterà ulteriormente le tensioni tra la Catalogna e Madrid.
La Catalogna non è poi così grande, 32mila chilometri quadrati con circa 7,5 milioni di abitanti, ma è il motore economico dello Stato, e le altre regioni, Province Basche e Galizia escluse, sono contrarie ad una secessione che le priverebbe delle entrate fiscali catalane. Ma la Catalogna una Nazione è, non solo per tradizioni, identità, storia e cultura, ma addirittura anche per la lingua, visto che il catalano non ha nulla a vedere con il castigliano (quello che noi chiamiamo spagnolo) che si parla a Madrid e nel mondo.
In tutta Europa che s’assiste al risveglio di Piccole Patrie che intendono divorziare da uno Stato centrale incapace di rappresentarne gli interessi, le aspirazioni, le identità. Non è qualcosa d’improvviso e nemmeno una coincidenza; è frutto d’un modello di sviluppo profondamente errato, il più delle volte imposto da meccanismi sovrannazionali ed applicato da classi dirigenti troppo spesso inette, che seguono comunque interessi particolari (centri di potere o lobby che siano) che nulla hanno a che spartire con i Popoli. In un simile contesto, è naturale che aree omogenee sviluppino forme identitarie marcate e rivendichino proprie autonomie, sia come difesa delle proprie collettività, che come rivendicazione di proprie vie di sviluppo.
In questo, i partiti tradizionali, quasi sempre collusi e comunque invischiati in reti di interessi che nulla hanno a che vedere con quelli della popolazione, sono necessariamente tagliati fuori; di qui il fiorire in tutta Europa di formazioni capaci d’intercettare questa crescente domanda di rappresentanza. Gli Stati centrali hanno abdicato al loro ruolo essenziale di tutela delle proprie collettività; ora sono le collettività, che attorno a comuni interessi si stringono in comunità, a mettersi in cammino per trovare strutture e realtà capaci di rappresentarle.
di Giovanni Sorbello
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