Accordo saudita-israeliano sul territorio egiziano. Il Cairo ci sta
di Redazione
E’ stato raggiunto un accordo tra Arabia Saudita e Israele per il monitoraggio e la sorveglianza dello stretto di Bab al-Mandab, del Golfo di Guez e delle coste degli Stati che si affacciano sul canale del Mar Rosso.
L’isola di Tiran si trova all’ingresso dell’omonimo stretto che separa il Mar Rosso dal Golfo di Aqaba ed è punto geografico di estrema rilevanza se si pensa che conduce via mare ai principali porti; quello giordano di Aqaba e a quello di Eilat in Israele. Già nel 1956, durante una delle sue tante guerre, durante la crisi di Suez, Israele si appropriò dell’isola come fece di nuovo nel 1967 e nel 1982. In quello stesso anno, insieme a quella di Sanafir, il controllo dell’isola di Tiran passò all’Egitto con la firma degli accordo di Camp David con Israele.
L’isola di Tiran farà da base a questa collaborazione e già ufficiali sauditi hanno ricevuto addestramento presso la base navale di Plonium (porto di Haifa).
Nonostante l’opposizione di ex ufficiali e componenti della Fratellanza Musulmana, il governo egiziano ha ceduto con questo accordo la gestione delle isole contese nel Mar Rosso: Tiran e Sanafir. L’accordo è stato firmato dal premier egiziano Sharif Isma’il, dal presidente As-Ssisi e dal re saudita Salman bin ‘Abdulaziz Al Saud
Alcuni analisti egiziani la ritengono illegittima è parlano di cessione e incostituzionale e spiegano che “nessuno ha il diritto di cedere proprietà e risorse del popolo egiziano in cambio di dollari a supporto delle politiche repressive del governo egiziano: omicidi, detenzioni, abusi e violazioni, rapimenti e sparizioni di attivisti, assassinii extragiudiziali”.
Tra queste voce c’è anche quella di Ayman Nur, politico in esilio che afferma: “Il giorno in cui il popolo sarà davvero libero non darà la sua approvazione a questi accordi utili esclusivamente a svendere i diritti dei cittadini”.
Source: Alalam