Cresce l’insofferenza europea alle politiche imposte da Washington
Due notizie, ignorate dai media, sono la spia d’una crescente insofferenza degli Stati europei alle politiche imposte d’oltre Atlantico, ed al modo autolesionistico con cui Bruxelles s’allinea ad esse senza fiatare.
In Olanda, il referendum sull’Accordo di Associazione Ue-Ucraina ha superato il quorum, e con il 61,1% di voti contrari ha espresso il netto orientamento dell’elettorato contro il trattato. Certo, il voto non era vincolante e l’Accordo è già stato ratificato dai 28 membri della Ue, Olanda compresa, ma il Governo non potrà ignorare il parere dei cittadini.
Contemporaneamente, in occasione della visita del presidente austriaco Heinz Fischer a Mosca, Vienna ha manifestato ufficialmente l’intenzione di aumentare i rapporti e la collaborazione commerciale e militare con la Russia, passando dalle critiche verbali al regime delle sanzioni ai fatti. Allo stesso modo, si sta opponendo all’implementazione del recente accordo con la Turchia, fortissimamente voluto da Berlino, criticandone i contenuti e le modalità.
Ciò che è accaduto in Olanda e Austria sono due sconfessioni nette delle politiche imposte ai Paesi europei, politiche irrazionali quanto suicide, dettate esclusivamente dagli interessi di Washington e, in subordine, di Berlino.