Asia

L’Iveco fornisce 80 mezzi alle Forze Armate Libanesi

di Redazione

La Iveco Defence Vehicles di Bolzano sta per iniziare la fornitura di circa 80 mezzi alle Forze Armate Libanesi (Laf). La commessa, del valore di 30 ml di Euro, è stata firmata nel dicembre del 2014 e prevede la consegna di 26 4×4 Lmv Lince (blindati leggeri), 5 Mpv (veicoli blindati medi superprotetti) e 10 blindati anfibi per trasporto truppe Vbtp dello stesso tipo di quelli in corso di fornitura al Brasile, oltre a 40 camion logistici e veicoli per la polizia.

Secondo Jane’s Defence Weekly, i blindati riceveranno l’armamento Oto Melara invece delle torrette utilizzate per i medesimi mezzi della commessa brasiliana, fornite dalla Elbit System israeliana.

I mezzi della Iveco sono dotati di dispositivi e corazze che rappresentano il meglio al momento disponibile in merito alla protezione da mine e da Ied (ordigni esplosivi improvvisati), minacce assai presenti nel’area; inoltre sono ben conosciuti dai militari libanesi, grazie alla continua a proficua collaborazione con il contingente italiano della missione Onu Unifil a sud del Litani, di cui Roma ha il comando; collaborazione che ha spesso suscitato il risentimento di Israele.

La fornitura potenzia le capacità operative delle Laf, chiamate a sostenere il confronto sia con le bande di “ribelli” siriani che in passato, prima del recente repulisti operato da Hezbollah in quelle aree, hanno tentato di prendere il controllo dei valichi di confine, sia con cellule di terroristi infiltrati per destabilizzare il Paese.

Circa un anno e mezzo fa, con un’operazione di pura facciata, l’Arabia Saudita s’è offerta di finanziare con 3 Mld di dollari l’acquisto di sistemi d’arma e di equipaggiamenti francesi per le Laf; un modo per cercare di ingraziarsi e “comprare” lo Stato Maggiore delle Forze Armate Libanesi ed al contempo ripagare Parigi con una ricca commessa, per il suo totale allineamento alle politiche di Riyadh.

Alla prova dei fatti l’operazione s’è dimostrata una vergognosa presa in giro, non solo per gli enormi ritardi delle forniture, ma soprattutto perché ad essere consegnati sono stati fondi di magazzino, poco più che ferraglia nella maggior parte dei casi ormai inservibile.

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