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Mleeta, la montagna dove la Terra parla al Cielo

Il Libano è un Paese dove il passato vive in ogni angolo di strada, decenni di guerra civile e vili aggressioni straniere hanno segnato in maniera indelebile il Paese dei CedriMa c’è un villaggio nel sud del Paese, situato a 1060 metri sopra il livello del mare e ad appena 45 km dal confine israeliano, dove il tempo sembra essersi del tutto fermato. Ci troviamo a Mleeta, caratteristico villaggio a pochi chilometri da Nabatieh, protagonista durante l’occupazione israeliana di feroci ed eroiche battaglie tra Hezbollah e l’esercito di Tel Aviv.

Per raggiungere questo paesino bisogna affrontare una serie di tornanti che conducono in cima ad una montagna. Sulla vetta si trova una delle strutture più affascinanti ed attrezzate del Libano. Ci troviamo nel “Villaggio della Resistenza”, moderno e imponente museo edificato da Hezbollah, dotato di tutti i servizi necessari capace di accogliere ogni anno decine di migliaia di visitatori.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=27&v=pQk5QcSoUyc

Durante gli anni dell’occupazione israeliana del Libano del Sud, la montagna di Mleeta era divenuta un’importante base strategica di Hezbollah. Ogni giorno la postazione della Resistenza veniva bombardata dall’esercito israeliano posizionato sulle alture vicine. Nonostante la ferocia degli attacchi andati avanti per diversi anni, la montagna non è mai stata espugnata grazie all’eroica difesa da parte dei combattenti di Hezbollah che costò il sacrificio di centinaia di giovani martiri.

Mleeta, memoria della Resistenza

In memoria di questi giovani, il Partito di Dio ha deciso di edificare su questa montagna un museo della Resistenza che potesse ricordare e onorare il loro sacrificio. La struttura si estende su una superficie di 60mila mq di bosco e 5mila mq di edifici. All’interno del villaggio troviamo: un cinema da 150 posti dove ogni visitatore può visionare interessanti documentari sulla Resistenza all’occupazione israeliana, un bar, una sala per la preghiera, un punto di primo soccorso, un ristorante da 180 posti, una sala museo dove sono esposte varie tipologie di armi e munizioni utilizzate durante il conflitto, un negozio di souvenirs e a breve sarà aperto anche un hotel.

La parte più interessante è senz’altro il sentiero che ogni visitatore deve percorrere all’interno del bosco, dove si possono ammirare armi, munizioni, blindati, batterie di missili e carcasse di elicotteri abbattuti. La maggior parte dei materiali e dei mezzi sono stati sottratti dalla Resistenza all’esercito israeliano. Alla fine del sentiero troviamo un tunnel situato a 200 metri di profondità che attraversa l’intera montagna, attrezzato con dormitorio, infermeria, sala comando, cucina, sala preghiera e deposito armi, che nel corso della guerra rappresentava l’unico riparo per i combattenti libanesi.

Il silenzio di quella montagna racconta ancora oggi la grandezza e il sacrifico dei tanti giovani che l’hanno difesa dalla brutale aggressione dell’occupante. In loro onore una bellissima scritta campeggia all’interno del villaggio: “Mleeta, Where the land Speaks to the Heavens“.

di Yahya Sorbello

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