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Barhain. Appello di Hrw per il rilascio immediato dell’attivista Zainab al-Khawaja

Zainab al-Khawaja

di Cristina Amoroso

In Barhain la situazione dei diritti umani è regredita ulteriormente nei settori chiave rispetto all’anno precedente e il governo ha fatto pochi progressi reali in materia di riforme come aveva promesso. Si continuano ad arrestare decine di individui arbitrariamente nelle città dove le proteste anti-governative si svolgono regolarmente.

Il fallimento del governo nell’attuare le raccomandazioni chiave della Commissione Indipendente d’inchiesta (Bici) sono in netto contrasto con le sue pretese di avere fatto progressi in materia di diritti umani. Il sistema giudiziario, diretto dai membri della famiglia regnante, non ha ancora risolto i casi di un qualsiasi alto funzionario responsabile di gravi violazioni dei diritti umani che si sono verificati a partire dal 2011, compresi i decessi correlati alla tortura in detenzione.

I critici del governo di alto profilo restano in carcere per avere esercitato esclusivamente i loro diritti alla libertà di espressione e di riunione. Le autorità continuano ad arrestare e perseguire i dissidenti, tra cui i difensori dei diritti umani, per accuse relative alla sicurezza, mentre nell’agosto del 2013, il governo ha approvato una serie di leggi che limitano ulteriormente il diritto alla libertà di riunione e possono limitare ulteriormente il diritto alla libertà di espressione.

E’ quanto risulta dal Report 2014 di Human Right Watch che stila un lungo elenco di diritti violati in Barhain, dalle detenzioni arbitrarie, ai maltrattamenti e torture nelle carceri, alle accuse e molestie verso quanti criticano il governo, alle violazioni  della libertà di riunione, di associazione e di espressione, dei diritti delle donne e dei lavoratori migranti.

Tra i detenuti c’è anche Zainab al-Khawaja, un’attivista all’ottavo mese di gravidanza, arrestata per “insulto al re”, comparsa davanti a un tribunale del Bahrain per affrontare gli oneri relativi a due episodi precedenti, in cui aveva strappato le fotografie del re. In precedenza aveva trascorso quasi un anno di prigione per una serie di accuse, tra cui la partecipazione a proteste illegali che insultavano agenti di polizia. Suo padre, il noto attivista Abdulhadi al-Khawaja, sta scontando una condanna a vita dopo aver richiesto una riforma politica in Bahrain.

Hrw ha rivolto da New York un appello al Barhain per l’immediato rilascio dell’attivista, che è incinta di otto mesi ed è in carcere per aver insultato il re”.  Amnesty International ha dichiarato che Khawaja rischia fino a sette anni di carcere se condannata, mentre Hrw ha affermato che potrebbe anche affrontare una multa fino a 26.500 dollari.

“Dove sono le voci degli Stati Uniti e del Regno Unito, i presunti paladini globali dei diritti umani, quando si tratta del Bahrain?”, ha osservato Joe Stork, vice direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch.

Quanto alle responsabilità degli attori internazionali, a conclusione del Report 2014 sul Barhain, si legge che: “Due risoluzioni del Parlamento europeo hanno fortemente criticato il record del Bahrain nella violazione dei diritti umani, in una dichiarazione congiunta col Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra e sostenuta da 47 Stati nel settembre 2013, alla quale si sono uniti anche il Regno Unito e gli Stati Uniti, alleati chiave del Bahrain.

Nel complesso, tuttavia, l’Unione europea non è riuscita a criticare pubblicamente le prassi abusive adottate dal Bahrain nel 2013, utilizzando il suo peso collettivo attivamente e premendo pubblicamente per l’immediato e incondizionato rilascio degli attivisti imprigionati.

Nel mese di agosto, i media hanno riferito inoltre che la Gran Bretagna era in trattative con il Bahrain per la vendita di 12 aerei Typhoon.

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