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L’Anc vince alle elezioni, ma di Mandela resta solo un lontano ricordo

di Salvo Ardizzone

Il diritto al voto è stato l’obiettivo dell’eroica battaglia di Mandela; adesso, nella prima elezione senza di lui, Mandiba sarebbe triste nel vedere che solo un terzo dei “nati liberi”, i giovani nati dal ’94, s’è registrato per esercitare quel diritto conquistato a prezzo di tante dure lotte. Il disinteresse dei giovani che hanno voltato le spalle all’Anc lo ferirebbe, ma quel partito è ben diverso da quello che Mandiba dirigeva: è ormai il perno d’un sistema bloccato, che esercitando un potere ininterrotto, ha perso i principi di una volta, che erano lo slogan del vecchio leader: lavoro, pace, libertà.

Continua ad essere visto la forza della maggioranza nera, ed ha conquistato circa il 63% dei voti, ma in calo costante, elezione dopo elezione, dai tempi eroici; l’unica opposizione vera, la Democratic Alliance di Hellen Zille, cresce parecchio soprattutto nella zona di Johannesburg e Pretoria (il centro economico del Paese), raggiungendo il 22%, ma agli occhi della maggior parte dei neri resta il “partito dei bianchi” e, malgrado tutto, non può aspirare alla maggioranza. Dovrà passare ancora molto tempo perché in Sud Africa non ci si divida per razze, al momento del voto come in altri.

Jacob Zuma potrà governare per i cinque anni del suo secondo mandato, ma dovrà trovare una nuova politica economica che renda efficiente un’economia globalizzata, afflitta da colossali squilibri sociali fra chi sta meglio e i tantissimi che nelle campagne e nelle sterminate periferie sono nella miseria; al momento, la gran parte dei bianchi e la classe media dei neri hanno standard di vita enormemente migliori del proletariato di colore.

Certo, rispetto all’Egitto, schiacciato dagli scarponi dei Generali e colpito da una pesante crisi economica, o alla Nigeria, insanguinata dal terrorismo e afflitta da corruzione, miseria, malgoverno e squilibri economici ancora più selvaggi, il Sud Africa appare più fortunato, ma con oltre 7 milioni di disoccupati e livelli incredibili di diseguaglianza è assai lontano dal sogno di Mandela.

Servirebbe che la classe politica espressa dal’Anc cominci realmente a liberare il popolo dalla povertà, ma, da quello che si vede, pare che Jacob Zuma sarà più occupato a rendere la sua celebre residenza di campagna una reggia. Il rischio è l’emergere di movimenti radicali (già s’intravede l’Economics Freedom Fighters di Julius Malema, che s’ispira allo sventurato Zimbabwe di Mugabe), che ucciderebbero definitivamente l’eredità del grande Mandiba, rendendo quel grande Paese in tutto simile ai tanti altri che rantolano in quel continente, con diritti civili ridotti al minimo e l’economia completamente a rotoli.

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