Cultura

Renzi l’israeliano. Con Ledeen alle spalle

“Renzi l’israeliano. Con Ledeen alle spalle”, ultimo articolo di Maurizio Blondet, giornalista e scrittore “scomodo”, che fa luce su alcune pieghe oscure del Governo Renzi nell’attribuzione dei vari ministeri, legandoli in particolare all’apparizione in Italia di Michael Ledeen, precursore di Leo Strauss, uomo-chiave nella rete occulta della Nato in Europa, che “come sempre non mancherà di mettere le mani nelle paste più purulente della strategia della tensione”.

L’articolo evidenzia come la ricomparsa di Michael Ledeen potrebbe spiegare l’improvvisa fretta nel costruire il “governino” di Renzi, il perché della cacciata di Emma Bonino, la scelta del ministro degli Esteri nella figura della “piccola povera Mogherini” che sarà supportata dal nuovo ministro (ombra) degli Esteri nella persona di Ledeen. Ma chi è costui? “Israelo-americano, mestatore sopraffino, Ledeen è sempre apparso e riapparso in Italia a mettere le mani nelle paste più purulente: strategia della tensione, strage di Bologna, Brigate Rosse, rapimento Moro, pistolettata di Ali Agca al Papa, falsa storia dello yellowcake (la “torta di uranio” del Niger che l’Iraq avrebbe segretamente importato – la scusa per attaccare Saddam Hussein e sostenere la menzogna di Bush jr., che l’Iraq aveva armi di distruzione di massa: falsi documenti preparati dai servizi italiani, su suggerimento di Ledeen), praticamente non c’è faccenda in cui Ledeen non abbia depistato e fatto gli interessi di Israele e (subordinatamente) della Nato”.

E via via Blondet sciorina pillole di chiarificazione sulla funzione del tristo figuro durante il rapimento Moro, la pistolettata a Giovanni Paolo II e la falsa“pista bulgara”, sulla sua collaborazione con i servizi segreti italiani negli anni ’70, “insomma un uomo-chiave nella rete occulta della Nato in Europa”, ai tempi della strategia della tensione “per mantenere l’Italia nel solco atlantista”.

Blondet continua a mostrare il ruolo dell’israelo-americano nella vicenda di “Mani Pulite”, la funzione che ebbe l’American Enterprise, il think tank di cui allora Ledeen era membro di punta, la Centrale israeliana-neocon, su cui Blondet scrive: “Centrale israeliana-neocon, è riduttivo: fu uno degli organismi che, dopo l’11 Settembre, hanno forzato la politica estera Usa nella attuale e rovinosa «guerra lunga al terrorismo globale»,  indotto l’invasione dell’Afghanistan, l’occupazione dell’Iraq, provato ripetutamente l’aggressione dell’Iran, operato il frazionamento dei Paesi musulmani secondo linee etnico-religiose”.

Ma non basta. L’articolo continua ad elencare le imprese di Michael Ledeen, firmatario del “Pnac (Project for a New American Century): il think tank che nel 2000 propose al presidente americano la dominazione totale del mondo – con uno sforzo economico e bellicista che gli americani non avrebbero mai accettato, senza «una nuova Pearl Harbor»: quella che si verificò magicamente l’11 settembre di un anno dopo, con il mega-attentato «islamico», così dissero…”.

E ancora Michael Ledeen in qualità di direttore del Jewish Institute for National Security Affairs (Jinsa), “ossia la cupola semi-segreta in cui si allacciano i rapporti inconfessabili tra l’esercito israeliano, il Pentagono e l’apparato militare industriale americano, che ha condotto al colpo di Stato neocon e alle successive guerre d’aggressione dei nemici potenziali d’Israele”.

Non è facile recensire un articolo di Maurizio Blondet, questo in particolare, trattandosi di un sordido individuo dalle mani sporche come sporchi sono i suoi ruoli in terra americana, mediorientale o italiana, “dalla predicazione della necessità della violenza permanente, in politica, avvolta nella menzogna umanitaria, democratica, persino cristiana (cristianista)”, alla mobilitazione del popolino protestante americano, “cristiani rinati”, a fianco dell’estremismo israeliano visto come acceleratore del Messia, alle storiche lezioni italiane di De Felice, alla sua amicizia con i radicali senza che Michael dimentichi mai di fare gli interessi del fanatismo messianico israeliano e della sua utopia di potere mondiale.

“Fatto sta che Ledeen è tornato – conclude Blondet -: insieme a finanzieri super-giudei come Davide Serra, insieme a Yoram Gutgeld e Marco Carrai «molto vicini a Israele» (tanto da averci delle aziende), a consigliare Renzi e fornire le sue false informazioni, teorie dementi e vere direttive alla sprovveduta, candida ministruzza degli Esteri… E che giusto qualche giorno fa, la Mogherini s’è recata, con «una piccola delegazione Nato, a Kiev». Guarda la combinazione, la Mogherini a fianco della Nuland. Per forza che Renzi piace tanto a Mieli, al Corriere, al vecchio amicone Stefano Folli; per forza nella melma del Berlusconi-partito s’è formato il gruppo Gal, allo scopo di portare le borracce al governo Renzi, se la sinistra minacciasse di farlo cadere. È tornato Ledeen, e si vede. Ancor più si vedrà”.

di Cristina Amoroso

            

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