
Europa – I venti di guerra da molti sperati paiono avverarsi, stando alle parole di Ursula Von der Leyen a capo di una congrega di nazioni sgangherate che non sono mai state d’accordo su nulla. Mentre la presidente della Commissione Ue all’Europarlamento afferma: “Bisogna essere pronti”, i fondi per il presunto conflitto salgono vertiginosamente.
Quelle della presidente si aggiungono a quelle di Giuseppe Cavo Dragone, ammiraglio e presidente del comitato militare Nato che parlava di “Guerra ibrida.” Non solo, a dar manforte arrivano anche quelle di Sir Richard Knighton, nuovo capo di stato maggio della Difesa britannica, ex capo della Raf che afferma: “Figli, colleghi, veterani tutti avranno un ruolo da svolgere nel costruire, nel servire e, se necessario, nel combattere. Sempre più famiglie comprenderanno cosa significa sacrificio per la nostra nazione”. Sembrano frasi uscite dal film di Stanley Kubrick “Il dottor Stranamore”, ma invece sono vere. Anche la Francia, rappresentata dal capo di stato maggiore Fabien Mandon, ha dato il suo contributo alla questione: “Se il Paese vacilla è perché non è pronto ad accettare di perdere i suoi figli o a soffrire economicamente, allora ci esponiamo a un rischio”.
L’Europa e il senno perduto
Come sempre accade in geopolitica, più è debole uno Stato e più tende ad ingrandire la minaccia e fare la faccia feroce verso il nemico, vero o immaginario che sia. Se non sono bastate le parole di Putin sul fatto che non ha alcuna intensione di attaccare l’Europa, bisogna obbligatoriamente sentirsi minacciati.
“Dobbiamo essere pronti”, ha dichiarato la Von der Leyen, aggiungendo che “la pace di ieri è finita. Non abbiamo tempo per indulgere nella nostalgia. Ciò che conta è come affrontiamo l’oggi. Un mondo di guerre, un mondo di predatori diventato pericoloso e transazionale, noi europei dobbiamo contare su noi stessi e difenderci. Quest’anno avremo 800miliardi di euro di investimenti entro il 2030”.
Nella visione europea, gli investimenti nella Difesa dovrebbero rilanciare l’economia: “Riguarda la nostra libertà, la nostra prosperità e la nostra indipendenza”. L’accenno è alla dipendenza energetica dalla Russia, mentre va bene essere dipendenti dal GNL importato dagli Stati Uniti che è molto più costoso.
Ucraina ancora finanziata
Dobbiamo prendere la decisione di finanziare l’Ucraina per i prossimi due anni; un fabbisogno che si aggira intorno ai 137miliardi di euro di cui l’Europa dovrebbe coprire i due terzi, ossia 90miliardi di euro.
Il tutto senza tenere in conto la possibilità dell’utilizzo degli asset Russi, l’ennesima follia di un continente alla deriva.
di Sebastiano Lo Monaco



