Siria, base aerea americana nel cuore di Damasco

Siria – Fonti Reuters hanno riferito che gli Stati Uniti si stanno preparando a schierarsi in una base aerea a sud della capitale Damasco, “per monitorare l’accordo di sicurezza siro-israeliano”. Il rapporto indica che gli Stati Uniti perseguiranno obiettivi logistici, di intelligence e umanitari presso questa base. Di conseguenza, se le forze statunitensi saranno schierate, si creerà un triangolo di influenza tra Damasco, Safed e Kiryat Gat. Questo triangolo, collegato alla base di al-Tanf, alla Siria settentrionale, alle basi statunitensi in Giordania e Iraq e alla presenza militare statunitense nei territori palestinesi occupati attraverso numerose basi e strutture, nonché alla presenza militare a Cipro, in Turchia e negli Stati del Golfo, fornirà al Comando Centrale degli Stati Uniti la capacità di monitorare e controllare direttamente la regione. Ciò consentirà agli Stati Uniti di rafforzare la propria posizione contro la Repubblica Islamica dell’Iran.
Usa lavorano da mesi per raggiungere un accordo di sicurezza tra Tel Aviv e Damasco
Sebbene i tempi di dispiegamento delle truppe statunitensi nella base rimangano poco chiari, il rapporto Reuters ha aggiunto che l’amministrazione statunitense sta lavorando da mesi per raggiungere un accordo di sicurezza tra Israele e Siria. Sperava di annunciare l’accordo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre, ma i colloqui si sono arenati all’ultimo minuto. Il rapporto, citando una fonte siriana a conoscenza dei negoziati, ha rivelato che Washington sta facendo pressione sulla Siria affinché raggiunga un accordo prima della fine dell’anno.
Per quanto riguarda le fasi pratiche del progetto, è stato rivelato che il Pentagono ha accelerato la valutazione della base da utilizzare negli ultimi due mesi (il suo nome è stato omesso dai media, ma è molto probabile che si tratti della base aerea di Mezzeh, che vanta una pista di 2,8 km). Sono stati effettuati diversi voli di ricognizione sulla base e la sua lunga pista è stata ritenuta “pronta per l’uso immediato”. Due fonti militari siriane hanno affermato che le discussioni tecniche si sono concentrate sull’autorizzazione all’utilizzo della base per attività logistiche, di sorveglianza, di rifornimento e per operazioni umanitarie, mantenendo la “piena sovranità” della Siria sulla struttura.
Nel frattempo, un funzionario dell’attuale Ministero della Difesa siriano ha dichiarato che un aereo C-130 americano è atterrato alla base per verificare l’idoneità della pista, mentre una guardia ha confermato che gli aerei americani stavano “atterrando nell’ambito di test operativi”. La questione della base è stata discussa durante la visita del comandante del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM), ammiraglio Brad Cooper, a Damasco il 12 settembre.
Siria: dimensioni e rischi della mossa americana
Questa mossa rafforzerà la presenza militare americana in Siria, elevandola a un livello ben più significativo rispetto alla sua presenza nella base di al-Tanf o nelle basi a nord dell’Eufrate. Questa volta, la presenza avverrà in una base aerea a Damasco, garantendo di fatto agli Stati Uniti la “sovranità” su di essa, indipendentemente da qualsiasi tentativo delle autorità di al-Julani di minimizzarla. Di conseguenza, lo spazio aereo siriano – come quello iracheno – diventerà inevitabilmente un terreno libero per l’attuazione di piani e progetti israeliani in tutta la regione, avviati dalla Siria.
Questo passo non si fermerà qui, ma potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase della presenza militare americana in Siria, attraverso la trasformazione da forze di occupazione (come avviene fino ad oggi, poiché la loro presenza nel Paese non è approvata né dall’ex regime siriano né dall’attuale regime ad interim), a forze militari presenti in modo legittimo. Washington rafforzerà certamente la protezione delle sue forze con tutti i sistemi, le attrezzature, il personale, i contractor, gli accordi giudiziari e così via necessari. Il ritmo e le dimensioni di questa attività aumenteranno rapidamente fino a includere l’intera area geografica siriana, secondo quanto Washington riterrà opportuno.
Questo sarà un indicatore del reale allineamento strategico della Siria con gli Stati Uniti dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad. La domanda sorge spontanea: dove risiedono gli interessi della Turchia in questa situazione e nelle sue ripercussioni?
di Redazione



