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Israele sempre più vittima della sua follia

Sono sette i fronti aperti da Israele, fronti di guerra, di distruzione e di morte. Ultimo in ordine di tempo il fronte iraniano con la fantomatica motivazione della minaccia nucleare. Senza dimenticare il massacro di Gaza che va avanti ormai da quasi due anni, con una popolazione ridotta allo stremo e oltre 56mila morti.
Propaganda occidentale a parte, l’immagine di Israele ha subito un duro colpo e le scusanti del passato non fanno più breccia in quella parte di mondo che ha iniziato ad aprire gli occhi.

Israele sotto incantesimo

Buona parte della popolazione vive con l’idea di poter disprezzare tutto quello che le sta intorno, intraprendendo azioni terroristiche contro chiunque e con l’avallo del mondo occidentale. “La vittoria totale” è il ritornello che risuona da 80 anni a questa parte, sempre lì, ad un passo, basta eliminare in ordine: palestinesi, Hamas, Hezbollah, il Libano e l’Iran; distruggi questi e il resto sarà tutto in mano occidentale con il marchio sionista.

80 anni in cui queste presunte vittorie si sono rivelate vittorie di Pirro in quanto, ognuna di esse, fa sprofondare Israele in una spirale di isolamento, odio e minacce.
La Nakba del 1948 ha creato una crisi di rifugiati che ancora oggi non accenna a sparire, ed ha posto le basi per il regime di apartheid. La vittoria del 1967 ha dato origine ad un’occupazione che continua a rinfocolare la Resistenza palestinese. Il conflitto del 2023 è sfuggito di mano, diventando un genocidio che ha trasformato l’entità sionista in un paria globale, protetto solo dalla cecità del mondo occidentale e dalla sua doppia morale.

L’esercito onnipotente

L’Idf è diventato un’arma di distruzione di massa che non ha una coscienza, ma nell’opinione pubblica mantiene la sua aurea di sacralità grazie alla propaganda e alla sedazione dovuta ad alcuni gesti spettacolari, come l’azione terroristica che ha fatto saltare in aria i cercapersone nelle tasche di migliaia di cittadini libanesi.

Diretto da un governo genocida con la bava alla bocca, l’esercito è il suo aguzzino che sprofonda in conflitti che non è in grado di chiudere ma solo di iniziare. Questa narrazione guasta, ha convinto la società israelitica di essere onnipotente, invulnerabile, con l’adorazione dei militari e il disprezzo per i vicini.

Poi è arrivato il 7 Ottobre che ha infranto l’illusione di vivere su un altro pianeta, ma a poco è servito, perché la popolazione si è abbandonata ad una campagna di vendetta. La fantasia dell’immunità garantita dell’esercito è data dall’annientamento e dalla pulizia etnica, perché la sicurezza dipende solo dalla forza militare, ma facendo ciò si cade nella distruzione cieca e nella sconfitta.

di Sebastiano Lo Monaco

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