Sayyed Abdul Ali Mazari e il sogno afghano

Sayyed Abdul Ali Mazari (1946–1995) è stato un importante leader politico afghano di etnia Hazara e fondatore del Partito dell’Unità Islamica (Hezb-e Wahdat). Ha svolto un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti degli Sciiti e degli Hazara durante la guerra civile afghana.
Infanzia e formazione
Mazari nacque nel villaggio di Nawi (Nanuai), nel distretto di Charkent, nella provincia di Balkh, nell’Afghanistan settentrionale. Ricevette la sua educazione religiosa a Mazar-e Sharif e in seguito proseguì gli studi nei seminari islamici di Qom, in Iran, e di Najaf, in Iraq, dove si specializzò in scienze islamiche e giurisprudenza sciita.
Attività politica e Resistenza
Con lo scoppio della guerra sovietico-afghana, Mazari tornò in patria e si impegnò attivamente nella Resistenza contro l’occupazione sovietica. Nel 1989 fondò il Partito dell’Unità Islamica, con l’obiettivo di unire le fazioni sciite sotto un unico ombrello politico. Fu un importante sostenitore di un sistema federale in Afghanistan, convinto che la concessione di diritti costituzionali e amministrativi a tutti i gruppi etnici fosse la chiave per porre fine alle divisioni etniche e politiche nel Paese.
Assassinio e Riconoscimento
Nel marzo 1995, durante i negoziati con i Talebani, Mazari e diversi leader del partito furono rapiti e successivamente assassinati dai Talebani nella provincia di Ghazni. Nel 2016, il presidente afghano Ashraf Ghani gli ha conferito il titolo di “Martire dell’Unità Nazionale” in riconoscimento del suo impegno nel promuovere la pacifica convivenza tra i diversi gruppi etnici dell’Afghanistan.
Eredità e Influenza
Sayyed Abdul Ali Mazari è considerato un simbolo della lotta per i diritti delle minoranze in Afghanistan. È ancora affettuosamente chiamato “Baba Mazari” dal popolo Hazara, in onore del suo sacrificio e della sua dedizione alla giustizia e all’uguaglianza.
di Redazione



