Festa della mamma: il dramma delle madri palestinesi nelle prigioni israeliane

In occasione della Festa della mamma, vogliamo rivolgere un pensiero alle madri palestinesi detenute nelle carceri israeliane. Le autorità di occupazione israeliane continuano a privare decine di madri palestinesi della loro libertà e della possibilità di abbracciare i loro figli. Patiscono di condizioni terribili nelle prigioni israeliane.
Festa della Mamma?
La Palestinian Prisoner Society, la Prisoner Commission e la Addameer Foundation hanno dichiarato, in una dichiarazione congiunta in occasione della Festa della Mamma, che gli ultimi mesi sono stati tra i più sanguinosi e brutali per le donne palestinesi.
Le tre organizzazioni hanno chiarito che le violazioni sono sistematicamente aumentate, soprattutto a causa della continua brutale aggressione e del genocidio contro il popolo palestinese in tutte le aree della sua presenza sul territorio palestinese.
Nella dichiarazione si aggiunge che fin dai primi giorni del genocidio, le autorità di occupazione hanno avviato campagne di arresti su larga scala, colpendo decine di migliaia di cittadini, tra cui donne e madri.
Secondo la dichiarazione, il tasso più alto di arresti di donne è stato registrato dopo l’inizio della guerra di genocidio israeliana, il 7 ottobre 2023, durante la quale le autorità di occupazione hanno arrestato circa 500 donne palestinesi, tra cui madri e donne utilizzate come ostaggi per fare pressione sui familiari affinché si arrendessero.
Sofferenza senza fine
La dichiarazione sottolinea che la tragedia delle madri palestinesi inizia nel momento in cui le forze di occupazione irrompono violentemente nelle loro case, spesso a tarda notte. Vengono strappate via dai figli sotto la minaccia delle armi, tra le urla dei piccoli e l’umiliazione deliberata davanti ai loro occhi.
La sofferenza continua durante i duri processi di trasporto e interrogatorio, dove vengono sottoposte a umiliazioni e torture psicologiche e fisiche. Alle prigioniere sono state negate le visite dei familiari fin dall’inizio del genocidio.
Centri di indagine e detenzione
Dopo l’arresto, la sofferenza delle prigioniere è nuovamente testimoniata nei centri di interrogatorio, dove vengono sottoposte a metodi di interrogatorio durissimi. Sono costrette a stare in piedi per lunghe ore in condizioni disumane, private del sonno e del cibo e affrontano minacce costanti di violenza in tutte le sue forme.
La dichiarazione ha evidenziato che a molte detenute viene negato il diritto di parlare con i propri avvocati, il che aggrava le loro sofferenze e lascia effetti a lungo termine sulla loro salute fisica e mentale.
Prigione di Damon: crudeltà e condizioni di detenzione disumane
La stragrande maggioranza delle prigioniere è detenuta nella prigione di Damon, uno dei principali centri di detenzione per le donne palestinesi. Le prigioniere in questa struttura affrontano gravi condizioni che sono notevolmente peggiorate dal 7 ottobre 2023, soprattutto nelle settimane successive a questa data, durante le quali sono state sottoposte a continue aggressioni, tra cui isolamento e maltrattamenti da parte delle unità di repressione.
Come parte di queste violazioni in corso, l’amministrazione penitenziaria ha attuato una politica della fame, impedendo alle prigioniere, come agli altri detenuti, di acquistare cibo tramite la “mensa” e fornendo loro pasti di scarsa qualità in termini di quantità e tipologia.
Inoltre, il sovraffollamento in prigione ha aumentato la sofferenza delle prigioniere, costringendone molte a dormire sul pavimento a causa della grave carenza di vestiti e coperte. Questa situazione è peggiorata con il freddo, poiché alcune prigioniere sono state costrette a indossare gli stessi vestiti con cui erano state arrestate per lunghi periodi senza cambiarsi.
Festa della Mamma tra sofferenze continue
I crimini sanitari contro le prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane rappresentano una continua violazione dei diritti umani, poiché a molte prigioniere vengono negate le necessarie cure mediche nonostante soffrano di malattie croniche o di ferite riportate durante l’arresto.
Secondo le organizzazioni dei detenuti, le detenute vengono private dei farmaci essenziali per la loro cura e alcune subiscono gravi ritardi nell’accesso alle cure, con conseguente peggioramento della loro salute. Le prigioniere non ricevono cure adeguate e vengono negati i loro diritti agli esami necessari o ai trattamenti essenziali per mantenere la loro salute.
di Redazione