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Sanità Pubblica, i conti non tornano

Sanità – Il Sistema sanitario nazionale è sempre più a rischio, la sua tenuta sempre più instabile, una grossa parte del problema è legata alla questione degli stipendi di medici e infermieri: troppo bassi. Solamente all’interno degli ospedali pubblici, in Italia, mancano 60mila infermieri, ma non è questo il solo problema.

Tre problemi principali della sanità

Il primo: gli attuali 20mila posti del corso triennale di laurea in infermieristica sono il doppio rispetto a quelli di 24 anni fa, ma su cento messi al bando se ne laureano in 70, sia perché non tutti i posti vengono coperti durante le iscrizioni e sia perché troppi studenti lasciano tra il primo e il secondo anno.
Il secondo: sono 13mila i pensionamenti annui e non bastano i 10mila laureati del 2023 e i 12mila del 2024 a rimpolpare le fila. Le uscite sono maggiori delle entrate e ci vorranno anni per ricoprire tutti i buchi di organico provenienti dal passato. Il terzo: Il fenomeno delle dimissioni volontarie è inarrestabile. L’emorragia è continua; tra il 2017 e il 2023 si contano 7.708 liberi professionisti in più, nel solo 2023 altri tremila sono scappati all’estero. La conclusione? La sanità in Italia è poco attrattiva perché le possibilità di carriera sono vicine allo zero, i turni massacranti, la busta paga è misera.

Il rinnovo del contratto

Quello degli infermieri, come quello dei medici, prevede un rinnovo ogni tre anni. I fondi li deve stanziare il governo lo fa attraverso la legge di bilancio e la firma arriva dopo una contrattazione tra sindacati e Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) che tratta per conto dello Stato.

A partire dal 2009 sino al Maggio del 2018, gli infermieri non vedono un euro in più in busta paga a causa del blocco del contratto della P.A. Uno stop voluto dal governo Berlusconi nel 2010, avallato poi da Monti, Letta e Renzi, dichiarato incostituzionale successivamente.

La trattativa per il triennio 2019-2021 viene conclusa nel novembre del 2022, in busta paga entreranno 163 euro lordi che faranno arrivare gli infermieri alla retribuzione attuale di 27.476 euro lordi all’anno su 13 mensilità. Questo significa che siamo a 1.694 euro al mese che diventano 1.939 dopo 30 anni di carriera, ma con l’inflazione che ha eroso il potere di acquisto del 17%, tutto ciò pesa come un macigno su uno stipendio già basso.

Il rinnovo del contratto 2022-2024 salta dopo 7 mesi di trattative, a pesare sono state le sigle sindacali contrarie 47,05%, contro quelle a favore 46,66%. A dire no sono stati: FG Cigl, Uil Fpl, Nursing Up contro i favorevoli Cisl Fp, Fials e Nursind. La cifra della discordia? 0,39%. Sul tavolo ci sono quasi due miliardi, con aumento aggiuntivo per gli infermieri che lavorano al Pronto Soccorso. Cosa comporta la mancata firma? Che i soldi a disposizione non vengono portati a casa e non può ripartire la contrattazione per il rinnovo 2025-2027, per cui la legge di bilancio 2025 ha già stanziato 1miliardo e 904milioni.

di Sebastiano Lo Monaco

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