Medio OrientePrimo Piano

Libano, violazioni sotto l’occhio dell’Unifil

All’alba di venerdì 1 novembre 2024, un commando israeliano è sbarcato sulla costa di Batroun, nel Libano settentrionale, per rapire il cittadino libanese Imad Amhaz da uno chalet. La direzione dello chalet ha confermato che Amhaz lo aveva affittato circa un mese fa.

Vale la pena notare che Hezbollah non ha né una presenza militare né di sicurezza a Batroun. È interamente sotto l’autorità dell’esercito libanese e dei servizi di sicurezza ufficiali. Inoltre, l’ambasciata degli Stati Uniti in Libano si muove liberamente in quell’area marittima con il pretesto di evacuare i suoi dipendenti e soldati.

Il commando israeliano era composto da circa 25 membri che indossavano l’uniforme di un’agenzia di sicurezza libanese, come mostrato nei filmati delle telecamere di sorveglianza, insieme ad altri in abiti civili, la cui identità è sconosciuta.

I media israeliani hanno affermato che la persona rapita era “un elemento della forza navale affiliata a Hezbollah che stava lavorando per trasportare armi a Hezbollah dalla Siria al Libano via mare”. Ma finora non c’è stata alcuna conferma di queste accuse.

Le forze di sicurezza libanesi hanno dichiarato di aver trovato circa 10 chip con numeri stranieri e un telefono con un passaporto straniero nello chalet di Amhaz. Hanno anche lavorato all’analisi dei filmati CCTV prima che diventasse chiaro che il nemico li aveva cancellati da remoto. Gli inquirenti presumono che una parte del commando fosse presente nella zona per attività di ricognizione e sorveglianza prima di procedere al rapimento.

Altre fonti indicano che la forza si è infiltrata dal mare tramite uno “Zodiac”. Poi un incrociatore navale più grande li ha portati fuori dalle acque territoriali libanesi, notando che l’operazione è durata circa quattro minuti.

Solo Hezbollah difende sovranità del Libano

Najeeb Mikati, Primo Ministro ad interim del Libano, ha condannato il rapimento. Le forze Unifil hanno affermato di stare conducendo le indagini necessarie in coordinamento con l’esercito libanese. L’Unifil ha affermato di non aver avuto nulla a che fare con “l’agevolazione di alcuna operazione di rapimento o di alcuna violazione della sovranità libanese”.

Da parte sua, il ministro dei Lavori pubblici, Ali Hamieh, ha dichiarato che il cittadino rapito stava studiando presso l’Istituto di ricerca scientifica e marina per imparare a guidare navi commerciali e yacht. Inoltre, voleva presentare domanda per lavorare nella forza navale dell’esercito libanese. 

Gli osservatori hanno messo in dubbio il ruolo della Marina tedesca che opera nell’ambito dell’Unifil, che monitora le acque territoriali lungo la costa libanese, il che espone la complicità delle forze tedesche, soprattutto dopo l’abbattimento di un drone appartenente a Hezbollah il 17 ottobre.

Queste gravi violazioni confermano che Hezbollah è l’unica realtà a garantire la sovranità del Libano. Nella zona di confine con la Palestina occupata, dove è presente Hezbollah, gli israeliani non sono riusciti ad avanzare, ma a Batroun, dove Hezbollah non è presente, il nemico è entrato e tornato senza responsabilità o supervisione.

Se le forze internazionali non sono in grado di proteggere il Libano e di impedire al nemico di attaccarlo, nel quadro della risoluzione 1701, e se anche le agenzie ufficiali non sono in grado di fronteggiare tali violazioni, ci si chiede come l’arrogante Occidente osi chiedere il disarmo di Hezbollah.

di Redazione

Mostra altro

Articoli correlati

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio

IlFaroSulMondo.it usa i cookies, anche di terze parti. Ti invitiamo a dare il consenso così da proseguire al meglio con una navigazione ottimizzata. maggiori informazioni

Le attuali impostazioni permettono l'utilizzo dei cookies al fine di fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui ad utilizzare questo sito web senza cambiare le tue impostazioni dei cookies o cliccando "OK, accetto" nel banner in basso ne acconsenterai l'utilizzo.

Chiudi