Libano, scenario catastrofico per Israele
Libano – Molti esperti concordano sul fatto che una guerra estesa tra Hezbollah e Israele sarebbe molto pericolosa e molto costosa e potrebbe incendiare l’intero Medio Oriente. Sono molti gli avvertimenti da parte di commentatori e giornalisti israeliani e americani sui rischi di un conflitto diffuso sul fronte settentrionale in termini di implicazioni militari e di sicurezza.
Con la diminuzione dell’intensità dei combattimenti a Gaza, cresce l’interesse di Israele per la minaccia rappresentata da Hezbollah sul tavolo decisionale israeliano. Si discute tra due posizioni: la prima vede nell’attuale l’opportunità per incrementare i combattimenti contro Hezbollah e il Libano, con l’obiettivo di cambiare la realtà esistente e tenere i combattenti di Hezbollah lontani dal confine, al fine di ripristinare il senso di sicurezza ai coloni nel nord di Israele, in preparazione al loro ritorno alle loro case. Questa posizione è sostenuta da un ampio gruppo che chiede attacchi duri contro Hezbollah e il Libano, comprese manovre di terra all’interno del territorio libanese e danni alle infrastrutture civili libanesi.
D’altro canto, c’è una seconda posizione in Israele, composta da personalità di tutti i livelli, politico, militare, della sicurezza, dei media, insieme ad esperti ed ex funzionari, che sostengono che lo scontro con Hezbollah dovrebbe essere evitato o rinviato, perché il momento attuale è il peggiore per Israele.
Lo scenario catastrofico in Libano
In questo contesto, la rete americana MSNBC ha parlato di uno scenario catastrofico che si verificherebbe in Israele se scoppiasse una guerra diffusa con Hezbollah in Libano, e ha sottolineato che gli Stati Uniti dovrebbero astenersi dal sostenere Israele nella possibilità di espandere la guerra.
La rete ha osservato che “Israele, in caso di guerra con Hezbollah, dovrà affrontare un avversario che non è solo la più forte forza non statale in Medio Oriente, ma un avversario che combatte in modo più efficace della maggior parte degli eserciti regolari nella regione”.
La rete ha affermato che “oggi Hezbollah è più grande, più armato, più esperto e politicamente più forte del 2006. Hezbollah ha fino a 200mila tra missili e razzi di varia gittata, alcuni dei quali possono raggiungere qualsiasi punto in Israele”.
La rete afferma che “in caso di guerra, verranno colpite le infrastrutture civili vitali di Israele: aeroporti, porti, reti elettriche e centrali elettriche”. Inoltre, “milioni di israeliani vivranno in rifugi mentre le principali città del Paese, da Tel Aviv ad Haifa, saranno attaccate con sbarramenti missilistici che sarà difficile neutralizzare per il sistema di difesa aerea Iron Dome”.
Allo stesso tempo, “le forze di terra israeliane combatteranno contro un’organizzazione che ha imparato molto sulle tattiche, le operazioni e le procedure militari dopo anni di operazioni di terra in Siria”.
La prontezza dell’Idf e dell’Asse della Resistenza
Esiste quasi un consenso tra gli esperti in Israele sul fatto che l’Idf non è pronto a condurre una guerra su vasta scala sul fronte settentrionale, come sottolinea il commentatore militare di Channel 13, Alon Ben David, il quale aggiunge che se l’Idf fosse costretto a combattere una guerra del genere, il prezzo che pagherà sarà pesante. È chiaro che l’Idf non è in grado di ottenere alcun risultato significativo contro Hezbollah e cambiare radicalmente la realtà nel nord. Nella migliore delle ipotesi, una guerra nel nord si concluderà con un pessimo accordo che verrà raggiunto a caro prezzo. Nel peggiore dei casi, la guerra non finirà e Israele si ritroverà in una guerra di logoramento continua che sconvolgerà la vita nella maggior parte del Paese.
Nel contesto del consenso sull’impreparazione dell’Idf per una guerra sul fronte settentrionale con Hezbollah, alcuni commentatori sottolineano che Hezbollah è molto più forte di Hamas. Uno di loro è il commentatore degli affari arabi dell’Idf, Jacky Hogi, che sottolinea: “Là, nella terra dei cedri, non incontreremo i combattenti di Hezbollah da soli. La Resistenza si mobiliterà per tale lotta e la vedrà come una guerra di esistenza”.
di Redazione