Diritti UmaniMedio Oriente

Regime di Pahlavi torturò 517 donne iraniane

Secondo documenti desecretati dopo la Rivoluzione Islamica, un totale di 517 donne iraniane sono state sottoposte a torture dal regime di Pahlavi nelle temute prigioni gestite dalla polizia segreta Savak, ha dichiarato un membro dell’Associazione delle donne musulmane.

“Ora, non è il momento per le donne di essere messe ai margini della società”, ha dichiarato di recente Hamideh Nankeli, aggiungendo: “Le donne attiviste sono obbligate a illustrare i crimini commessi dal regime di Pahlavi”.

Seguendo i veri insegnamenti dell’Islam e le linee guida dell’Imam Khomeini e del Leader Supremo Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, l’associazione ha lo scopo di dare potere alle famiglie dei prigionieri politici prima della Rivoluzione Islamica, ha dichiarato Nankeli. L’Associazione delle donne musulmane è stata fondata il 7 maggio 2008.

Nel corso degli anni ’70, migliaia di prigionieri politici furono detenuti in celle minuscole e torturati dal Comitato misto Anti Sabotaggio, un ramo della terribile Savak (National intelligence e Organizzazione per la sicurezza) formata sotto la guida della Cia nel 1957 e addestrata dal Mossad.

La Savak, nota in Iran per i suoi metodi brutali, controllava tutti gli aspetti della vita politica e sociale iraniana. Ai giornalisti, personaggi della letteratura e accademici veniva imposta una rigida censura. Le università, i sindacati e le varie organizzazioni erano tutte soggette all’intensa sorveglianza degli agenti della Savak e dei suoi informatori.

Questo era l’Iran dello Shah, un Paese manovrato e sottomesso alle volontà degli Stati Uniti, dove gli orrendi crimini commessi contro il popolo iraniano non urtavano le sensibilità di un complice e colpevole Occidente. Non dobbiamo dimenticare la storia, quella vera, e soprattutto, non dimentichiamo i suoi carnefici di ieri e di oggi. Loro, non cambieranno mai!

di Redazione

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