Libia. Scontri armati bloccano l’esportazione del gas verso l’Italia
Continuano gli scontri a fuoco in Libia, Paese che dal 2010 ha fornito all’Italia almeno 9,4 miliardi di metri cubi di gas, pari a circa l’11 per cento dei consumi nazionali.
Ma questa volta, la tensione sarebbe scoppiata tra forze libiche nell’area tra la compagnia petrolifera nazionale della Libia, Mellitah Oil & Gas, joint venture paritetica fra Noc e l’Eni stessa che ha bloccato per sicurezza non solo la produzione ma anche l’esportazione del gas verso l’Italia, più precisamente verso l’impianto di Gela in Sicilia, il terminale di ricevimento Gas (SRT).
Ed è l’Eni a confermare che “in seguito ad alcuni scontri che si sono registrati nell’area di Mellitah tra forze locali libiche, Mellitah Oil & Gas, joint venture paritetica Noc-Eni, per ragioni di sicurezza ed integrità degli impianti, ha deciso di interrompere la produzione e di mettere in sicurezza le istallazioni con conseguente interruzione del flusso di gas attraverso il gasdotto Green Stream, che collega l’impianto di trattamento di Mellitah in Libia a Gela, in Italia”.
Anche il personale sul posto è stato messo al sicuro, dall’altra parte Roberto Bongiorni del Sole24 Ore scrive:
“Facciamo un salto in avanti di dieci anni. L’Europa ha superato la crisi, la sua industria divora energia, i consumi di gas si impennano. Eppure gli approvvigionamenti non sono più motivo di preoccupazione. Nuove rotte del metano riforniscono la sponda nord del Mediterraneo. C’è il gas dei ricchissimi giacimenti del Mar Caspio, attraverso il corridoio sud. C’è quello nuovo dell’Algeria. Ma è da poco entrata in funzione anche una fitta rete di gasdotti sottomarini che, come un ragnatela, scorre sotto le acque del Mediterraneo Orientale approdando nella vicina Grecia”.
L’Italia infatti riceve gas da circa cinque punti tra cui l’Algeria con il 33%, Russia con il 30% e l’Olanda con il 19%”.
di Redazione