L’Arabia Saudita ha iniziato a rimpatriare migliaia di etiopi che sono stati trattenuti in centri di detenzione descritti come “infernali” e “squallidi”. Le foto pubblicate online dai media statali etiopi hanno mostrato ex detenuti che scendevano giubilanti da un aereo arrivato nella capitale, Addis Abeba.
Il primo gruppo di 296 rimpatriati era stato detenuto nel famigerato centro di detenzione di Shumaisi vicino a Gedda, che ospita 16mila migranti etiopi.
Nebiyu Tedla, vice console generale dell’Etiopia a Jeddah, ha dichiarato al Telegraph che spera di aumentare gradualmente il numero dei rimpatri. “Complessivamente, ci sono circa 40mila migranti etiopi pronti a tornare a casa”, ha sottolineato Tedla. “Per ora saranno mille i rimpatriati a settimana. Ma si spera che ci sarà dato il via libera per aumentare i numeri”. Tedla ha aggiunto che anche i detenuti del centro di detenzione di Jizan, vicino al confine saudita con lo Yemen, sarebbero tornati a casa in aereo.
L’anno scorso, un documento trapelato al Telegraph ha mostrato che il governo etiope aveva cercato di mettere a tacere i lavoratori migranti che stavano esponendo le cattive condizioni all’interno dei centri di detenzione sauditi.
I documenti, trapelati dal consolato etiope a Jeddah, avvertivano gli etiopi di “ripercussioni legali” se avessero continuato a caricare foto e video dai centri di detenzione sui social media. Ha avvertito i migranti di smettere di condividere i resoconti dei loro abusi perché causava “angoscia alle famiglie e alla grande comunità etiope”.
I detenuti hanno riferito ad Amnesty di essere stati incatenati a coppie e costretti a usare i loro pavimenti delle celle come servizi igienici. Tra i detenuti molte donne incinte e bambini. Questa è l’Arabia Saudita!
di Redazione
