Italia, fuga di cervelli cercano fortuna all’estero
Italia – Un ultimo rapporto dell’Ufficio Nazionale di Statistica (Istat) ha rilevato che larghe fasce di italiani per lo più giovani e altamente istruiti continuano a spostarsi all’estero in cerca di opportunità di lavoro.
I giovani lavoratori italiani se ne vanno da decenni. Tuttavia il rapporto ha evidenziato che oltre 300mila italiani di età compresa tra i 18 e i 39 anni sono emigrati nei Paesi europei limitrofi e all’estero tra il 2015 e il 2019, con un aumento del 33% rispetto al 2014. Uno su tre di loro era laureato.
Il livello di disoccupazione giovanile in Italia si attesta intorno al quaranta per cento. Inoltre, tre italiani su dieci di età compresa tra i 18 e i 24 anni non sono occupati, non hanno istruzione o formazione, la terza percentuale più alta tra i paesi Ocse.
Un recente studio della Commissione Europea ha rilevato che l’Italia, insieme a Romania e Polonia, è tra i Paesi europei che mandano più lavoratori all’estero. Questa fuga di cervelli costa al Paese circa 14 miliardi di euro ogni anno. I successivi governi italiani avevano cercato a lungo di attirare lavoratori di talento con agevolazioni fiscali senza successo.
Tuttavia, dall’inizio della pandemia sembra essere in atto un controesodo della fuga dei cervelli. I dati del ministero degli Esteri italiano mostrano che nel 2020 il numero di giovani italiani tornati a casa è aumentato di circa il 20% rispetto all’anno precedente.
di Redazione