Italia, Giuseppe Conte è il nuovo premier
Il professor Giuseppe Conte è il premier incaricato dal Presidente della Repubblica Mattarella, per formare il nuovo governo. Dopo quasi tre mesi dalle elezioni, il travaglio politico fatto di innumerevoli incontri, consultazioni e mandati esplorativi ha partorito il nome di questo avvocato cinquantaquattrenne, nato in un paesino dell’entroterra pugliese, professore di diritto privato ed esperto di gestione di crisi aziendali.
Un curriculum, quello di Giuseppe Conte prestigioso, quanto discusso, oggetto di indagini giornalistiche e politiche che ne hanno in più punti messo in discussione l’autenticità ritenendolo in qualche modo “pompato”.
Lo hanno voluto Salvini e Di Maio, capi politici di Lega e M5S e mandanti di quella che sarà l’azione del nuovo governo giallo-verde. Si tratta di un personaggio assolutamente nuovo al panorama politico nazionale, non risulta iscritto a nessun partito politico, anche se ha contribuito a scrivere il programma politico del M5S ed era stato indicato da Di Maio come uno dei componenti la sua squadra di governo.
Sicuramente è una figura trasversale con un passato da simpatizzante renziano, in buoni rapporti con l’ex ministra Maria Elena Boschi, legato al Vaticano, fedele a Padre Pio, con una formazione universitaria e post-universitaria prestigiosa e di respiro internazionale, tanto da far bisbigliare a possibili influenze ed oscuri legami con l’establishment finanziario nazionale e mondiale.
Il nuovo premier è dunque un tecnico, molto competente nel suo campo, dotato di innegabili doti giuridiche ed accademiche, nonché di una discreta dose di ambizione ed avidità al potere. Non si tratta certo della figura pura e scevra da personalismi ed individualismi tipica del prototipo grillino e probabilmente proprio per queste sue ombre il suo nome ha trovato accoglimento anche presso i leghisti, troppo affezionati al modello del superuomo berlusconiano per potersene d’un tratto separare.
Appena uscito dalla stanza del Presidente Mattarella ha dichiarato di voler guidare un governo del cambiamento, rivendicando il ruolo centrale dell’Italia nelle relazioni internazionali e proponendosi infine come “avvocato difensore del popolo italiano”. Subito dopo il Pd, per bocca di Renzi, dichiarava di volersi costituire parte civile, come se si trattasse di un processo a noi italiani e non della nascita di un nuovo esecutivo che dovrebbe rappresentare e tutelare gli interessi dell’intera nazione.
Sale in cattedra al vertice dell’esecutivo il professor Conte, imbarcandosi in un’avventura decisamente nuova per lui, ma anche per il nostro Paese che mai, dall’avvento della forma repubblicana, era stato guidato da forze politiche in forte contrapposizione con la forma canonica di partito, tacciate di populismo, antieuropeismo e animate da pulsioni nazionalistiche.
di Massimo Caruso