16enne palestinese assassinato a Nablus dai militari di Israele
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
di Redazione
Un’altra esecuzione di un palestinese da parte israeliana è stata portata a termine ieri a sud di Nablus, in direzione di Hawara. Anche questa volta il ragazzo era sospettato – sostengono dall’esercito d’occupazione – di voler accoltellare i militari israeliani ed è stato anticipatamente “neutralizzato”, cioè freddato e privato della vita.
Aveva appena 16 anni Diab Abu al-Rub ed era residente a Qabatiya (Jenin). Come da copione, subito dopo l’omicidio le forze d’occupazione israeliane hanno chiuso la zona e hanno impedito ai soccorritori di raggiungere il corpo del martire.
Identica motivazione dietro l’arresto, sempre domenica, di un minore di 14 anni e di due ragazze tra Hebron, Nablus e Gerusalemme.
Riprendendo la condanna verso quest’ultima politica indiscriminata promossa da Israele contro la gioventù palestinese, il ministro degli Esteri ha fatto sapere che Mohammed Abu Khalafa, freddato due giorni fa a Gerusalemme, era già deceduto quando militari e polizia di Israele gli hanno scaricato addosso 50 colpi di arma da fuoco.