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A 15 anni dalla cattura di Saddam, il tiranno dai mille volti

Sono passati 15 anni dalla cattura in Iraq di Saddam Hussein. Una news che subito ha fatto il giro del mondo, perché di fatto ha chiuso un’epoca: l’ex rais, era sì caduto, detronizzato da Baghdad il 9 aprile dello stesso anno, ma era libero, in giro per il Paese e dunque ancora in grado di far sentire il suo peso storico e politico. Saddam Hussein, è stato ritrovato, come capita spesso ai grandi latitanti, vicino casa. Per un destino beffardo, pochi anni dopo anche Gheddafi, l’altro rais ex nemico Usa del mondo arabo (fino agli anni ’80) verrà catturato nella sua città natale, a Sirte; Saddam invece, è stato acciuffato in un piccolo bunker di Tikrit, a nord di Baghdad, cittadina in cui era nato quasi 70 anni prima.

In molti sostengono che, se nel 1990 non fosse caduto nel tranello Usa del Kuwait, a quest’ora sarebbe ancora l’uomo forte di Baghdad; è proprio l’avventura kuwaitiana il nodo di svolta della politica di Saddam Hussein. Pare infatti, che sottobanco tutto sommato l’amministrazione di Bush senior avesse fatto intendere al rais iracheno che gli Usa, in caso di attacco ed annessione del Kuwait, non avrebbero mosso un dito. All’epoca a Baghdad l’ambasciatrice Usa, dicono diverse fonti, ha fatto più di un’allusione in questo senso; fatto sta che, una volta entrato in Kuwait, Saddam Hussein da leader riformatore del mondo arabo, si è trasformato in un tiranno da annientare e nel gennaio del 1991 il suo esercito, tra i più forti della regione all’epoca perché ben equipaggiato dagli stessi Usa durante la guerra con l’Iran, è stato quasi del tutto distrutto.

Da lì, sanzioni, embarghi stranieri, ma anche, a livello interno, massacri contro curdi e sciiti, fino al 2003; poi, il figlio di chi nel 1991 gli aveva distrutto l’esercito, completò l’opera distruggendo il suo regime, ma soprattutto il Paese, caduto in una spirale di violenza che ancora oggi è pesante ed ha annientato o quasi la quotidianità della popolazione irachena.
In quel dicembre di 15 anni fa, la cattura chiudeva un pezzo di storia del Medio Oriente: ma forse, anche tanti segreti che solo Saddam Hussein sapeva. Del resto, è stato un capo di Stato che ha collaborato con l’Occidente, fino al 1989 veniva pesantemente armato dai Paesi occidentali, anche con armi chimiche, le stesse che sotto il silenzio dei Paesi che due anni dopo lo attaccheranno, hanno sterminato un intero villaggio curdo nel 1988.

Segreti che, probabilmente, hanno accelerato la sua esecuzione avvenuta il 30 dicembre 2006; un processo tenuto a Baghdad, dalla sentenza scontata ed arrivata rapidamente perché, sostengono in molti, Bush junior aveva in ballo le elezioni parlamentari di quell’anno ed i sondaggi, come poi l’effettivo esito, lo davano in svantaggio. Fatto sta, che con un’esecuzione filmata e diffusa via internet, Saddam si è messo a tacere per sempre e molti aspetti ambigui della presenza americana in Medio Oriente rischiano di non apparire mai alla luce della storia.

15 anni fa quindi, si chiudeva un’epoca; il Medio Oriente di oggi, è completamente diverso: 15 anni fa, né Russia, né Iran, né altri attori erano in grado di frenare le mani imperialiste sulla mezzaluna. Oggi la storia dice altro: l’unilateralismo che ha portato alla distruzione di un Paese, non si può più applicare.

di Redazione

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