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YouTube rimuove video dei crimini israeliani

YouTube, di proprietà di Google LLC, ha rimosso oltre 700 video che documentavano violazioni dei diritti umani da parte di Israele, citando il rispetto delle sanzioni statunitensi contro le organizzazioni palestinesi per i diritti umani che collaborano con la Corte penale internazionale (CPI), secondo un rapporto di The Intercept pubblicato mercoledì.

L’inchiesta ha rilevato che i video sono stati rimossi a seguito delle sanzioni imposte dall’amministrazione Trump a tre gruppi palestinesi – Al-Haq, Al Mezan Center for Human Rights e il Palestinian Centre for Human Rights – per il loro coinvolgimento nelle indagini della CPI su presunti crimini di guerra commessi da funzionari israeliani.

I contenuti rimossi includevano anni di filmati che documentavano atrocità a Gaza e nella Cisgiordania occupata, come demolizioni di case, uccisioni di civili e testimonianze di tortura. Tra i materiali rimossi c’erano indagini sull’omicidio della giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh e documentari come The Beach, che racconta la morte di bambini uccisi da un attacco aereo israeliano.

L’ipocrisia di YouTube

YouTube ha confermato che le rimozioni sono state effettuate per rispettare le “leggi sul commercio e l’esportazione” a seguito delle sanzioni. I difensori dei diritti umani hanno criticato la decisione, affermando che ha effettivamente contribuito agli sforzi degli Stati Uniti per sopprimere le prove delle violazioni israeliane.

Sarah Leah Whitson di Democracy for the Arab World Now ha descritto le cancellazioni ingiustificabili, mentre il Center for Constitutional Rights ha condannato la mossa come un tentativo di cancellare la documentazione dei crimini di guerra. Al-Haq l’ha definita “una battuta d’arresto allarmante per i diritti umani e la libertà di espressione”, e il Palestinian Centre for Human Rights ha accusato YouTube di proteggere i colpevoli e mettere a tacere le vittime.

Le cancellazioni avvengono nel contesto dei rinnovati sforzi degli Stati Uniti per proteggere i funzionari israeliani dai procedimenti giudiziari della CPI, dopo che la Corte ha emesso mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Guerra Yoav Gallant per presunti crimini di guerra a Gaza. Washington ha reintrodotto sanzioni ai giudici della CPI e alle entità che assistono le indagini.

di Redazione

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