Yemen: le Nazioni Unite impongono sanzioni contro Saleh e dirigenti di Ansar Allah
di Giovanni Sorbello
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite venerdì scorso ha imposto sanzioni contro l’ex presidente yemenita, Ali Abdullah Saleh e due dirigenti del movimento di resistenza sciita Ansar Allah, sostenendo che “minano la pace” nel Paese. In assenza di obiezioni nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, le sanzioni richieste dagli Stati Uniti sono entrate immediatamente in vigore.
Questo pacchetto di sanzioni impedisce a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite di concedere i visti per Ali Abdullah Saleh, presidente dello Yemen tra il 1990 e il 2012, e i due dirigenti di Ansar Allah, Abdul-Malik e Abdullah Yahya al-Hakim. Le sanzioni, che impongono anche il congelamento dei fondi, giungono dopo la manifestazione di venerdì a Sana’a in cui hanno partecipato decine di migliaia di sostenitori del movimento Ansar Allah e in favore di un rifiuto di un progetto di risoluzione per imporre sanzioni. Il Congresso Generale del Popolo, ha chiamato i suoi sostenitori a manifestare contro queste sanzioni, che potrebbero ulteriormente infiammare la crisi nel Paese.
Un funzionario americano ha dichiarato nel commentare l’adozione di queste sanzioni che “i membri del Consiglio di sicurezza hanno dimostrato che la comunità internazionale non tollera l’uso della violenza, al fine di respingere le legittime aspirazioni del popolo yemenita e interrompere il processo di transizione politica” in questo Paese.
Questa ennesima imposizione di sanzioni dimostra ancora una volta come le Nazioni Unite siano strumento nelle mani delle solite potenze mondiali, per colpire quei Paesi o quei movimenti che non obbediscono alle loro logiche imperialiste. Vorremo capire – anche se non risulta difficile – il perchè si colpisce un movimento come Ansar Allah che gode del sostegno di ampie fasce della popolazione yemenita e combatte quei gruppi terroristici legati ad Al-Qaeda e finanziati dall’Arabia Saudita per destabilizzare il Paese. Ma chi combatte realmente il terrorismo? L’Onu?
