Yemen, forze turche presenti sull’isola di Socotra
In Yemen, il conflitto in corso da oltre cinque anni assume una valenza e un coinvolgimento sempre più internazionale. L’alto comandante militare delle forze della coalizione a guida saudita, Nasser Qais, ha rivelato lunedì ai media sauditi l’avvenuto sbarco militare turco nella startegica isola di Socotra, nel sud dello Yemen, poche ore dopo lo sbarco delle forze saudite sull’isola.
Nasser Qais, comandante della cosiddetta “1a brigata marina” che disertò dalle forze governative filo-saudite nella regione meridionale yemenita, ha dichiarato che navi da guerra turche sono apparse intorno all’isola di Socotra. Dalle navi sono sbarcati elementi della “Fratellanza musulmana” e ufficiali turchi.
Ciò è avvenuto il giorno dopo che il portavoce ufficiale del cosiddetto Consiglio di transizione meridionale, Salem al-Awlaqi, ha avvertito di un possibile intervento turco, dopo aver monitorato i movimenti nella più grande base militare turca sulla costa somala vicino all’isola.
L’annuncio di Qais coincide con l’arrivo nell’isola di una nave da guerra saudita con a bordo centinaia di soldati e veicoli. Nelle ultime ore, nell’ambito di un rafforzamento delle forze saudite, tre aerei militari hanno trasferito dozzine di soldati e veicoli sull’isola. Nello stesso contesto, le forze saudite nella città di Hadibu, la capitale dell’isola, hanno avviato un ampio processo di reclutamento.
L’Arabia Saudita e la Turchia sostengono il Partito Islah, che combatte sia il governo di salvezza nazionale di Sana’a che i separatisti yemeniti meridionali.
L’interesse strategico di occupare Socotra
La provincia di Socotra è stata negli ultimi anni il campo di battaglia tra i meridionali e l’ex governo filo-saudita di Mansoor Hadi. L’Arcipelago di Socotra comprende le isole coralline Abd al Kuri, Samhah, Darsah e altre isole più piccole. L’isola dista 340 chilometri dalla costa dello Yemen e 250 chilometri dalla Somalia.
Socotra, con una popolazione di circa 50 mila abitanti, è un punto strategico nel Golfo di Aden. In passato è stata colonizzata da inglesi e portoghesi come base militare.
Yemen, cinque anni di crimini sauditi
Dal 26 marzo 2015, l’Arabia Saudita ha avviato una devastante aggressione militare contro lo Yemen, dopo che le forze rivoluzionarie yemenite avevano cacciato Mansour Hadi, il presidente dello Yemen considerato fedelissimo dell’Arabia Saudita. Dopo aver appreso di non poter più controllare lo Yemen, il regno saudita ha deciso di mettere a ferro e fuoco la nazione confinante. Fino ad oggi sono morte oltre 100mila persone.
Per giustificare una guerra che il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman vuole vincere a tutti i costi per convincere la sua famiglia ad affidargli il trono dopo la morte del padre malato, il regno saudita ha cercato di usare il solito vecchio paradigma “sciiti-sunniti”, sfruttando il fatto che parte dei rivoluzionari yemeniti Houthi sono sciiti ismailiti.
Sempre per portare avanti una guerra assurda, la rivoluzione in Yemen è stata presentata come fomentata dall’Iran, mentre Teheran, vuole solo che termini il massacro di civili innocenti. Ogni giorno, aerei sauditi si levano in volo indisturbati e bombardano le zone abitate del Paese, anche perché non sono più rimaste infrastrutture. Persino le scuole e gli ospedali allestiti dalle organizzazioni come la Croce Rossa sono stati bombardati.
di Yahya Sorbello