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Stoltenberg: “Nato pronta ad intervenire in Libia”

di Adelaide Conti

Il presidente egiziano Abdel Fattah-al Sisi invita gli Stati dell’Alleanza Atlantica a “finire il lavoro in Libia”. Intervistato dal Telegraph alla vigilia di una visita a Londra, il presidente ricorda a tutti quei Paesi che parteciparono alla caduta di Gheddafi: “Dovrebbero occuparsi oggi della Libia, prima che della Siria. Nell’intervista, Sisi non usa mezzi termini e riferendosi ai fatti accaduti nel Paese parla di una “missione non compiuta” e aggiunge: “La Libia è ora una minaccia per tutti noi perché nel vuoto del potere possono prosperare gli estremisti”. Il riferimento, ovviamente, non può che essere all’Isis che, di giorno in giorno negli ultimi mesi, ha conquistato sempre più terreno.

Dalle pagine di Repubblica il presidente dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg risponde così a chi gli chiede se la Nato sia disposta a raccogliere l’invito del presidente egiziano: “La Nato è pronta ad aiutare il governo libico, ma naturalmente ci deve essere una richiesta e ci devono essere le condizioni sul terreno che lo consentano”. E precisa: “Non stiamo discutendo di una nuova grande operazione militare in Libia, e del resto non mi sentirei di raccomandarlo. Ma se se si formerà un governo di unità nazionale, siamo pronti ad aiutarli fornendo assistenza”.

Nel frattempo la Russia e Gli Stati Uniti fanno sapere che è loro ferma intenzione sconfiggere l’Isis e per questo – secondo quanto riferisce il New York Times – stanno negoziando una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per colpire le finanze del gruppo terroristico, mettendo alle strette chi commercia con lo Stato Islamico. Stoltenberg interviene anche su questa questione e spiega: “In Siria non sono sufficienti i bombardamenti e il blocco dei flussi finanziari. Nessuno sostiene che i bombardamenti aerei risolveranno il problema, ma è importante usare gli attacchi aerei per fermare l’avanzata dell’Isis. Dopodiché all’intervento militare e al blocco dei flussi finanziari va affiancata l’attività politica. E ricorda che tutti i Paesi della Nato partecipano alla coalizione contro l’Isis e che quest’ultima “ha un ruolo decisivo nella lotta al terrorismo”. Stoltenberg infine spiega che in questa guerra “la maggior parte delle vittime sono musulmane e sono musulmani anche la maggioranza di quelli che si battono contro l’Isis – e aggiunge – alla fine noi non possiamo combattere al posto loro”.

La Nato svolge un ruolo cruciale nella guerra globale contro lo Stato Islamico. In gioco non più la vita di chi vive in Paesi dove è in corso la guerra ma ogni cittadino di qualunque parte del mondo. Come testimoniano le recenti stragi compiute in Europa e negli Stati Uniti. Nessuno oggi può considerarsi al sicuro. Ogni azione, ogni scelta va ponderata e analizzata.

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