Yedioth Ahronoth: rapporto sul ruolo di Hezbollah nella guerra in corso
Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha pubblicato un lungo rapporto sulla situazione generale della guerra sul fronte settentrionale e sullo scontro in corso con Hezbollah. Riporta: “Il Partito ha lanciato 3.100 razzi, migliaia di colpi di mortaio e 35 droni esplosivi durante questa guerra, mentre 4.400 razzi sono stati lanciati durante l’intera Seconda Guerra del Libano (luglio 2006)”.
Il giornale aggiunge: “Alla fine dei sei mesi di guerra, l’attenzione è rivolta agli eventi del 7 ottobre e all’aggresione a Gaza, ma la campagna nel nord è parte integrante della battaglia. Hezbollah ha lanciato circa 240 bombe pesanti, il cui peso varia da 100 a 500 chilogrammi, causando gravi danni, simili ai bombardamenti aerei israeliani. Queste bombe hanno distrutto il quartier generale della Divisione Galilea nel Burnetti”.
L’impressionante arsenale di Hezbollah
Yedioth Ahronoth sottolinea che: “Hezbollah ha lanciato almeno 700 missili anticarro, alcuni dei quali di tipo avanzato, e non solo hanno colpito gli insediamenti e le postazioni dell’esercito israeliano sulla linea di contatto, ma hanno anche colpito basi strategiche come le unità di controllo aereo a Meron”.
Il giornale osserva che: “Il quadro riflette i danni derivanti principalmente dall’evacuazione degli israeliani senza specificare una data per il loro ritorno”. Secondo Yedioth Ahronoth, Hezbollah non ha perso la fiducia acquisita in vent’anni di crescita. Le ultime stime indicano che ci sono 200mila missili di diverso tipo, circa 100mila colpi di mortaio di diverse dimensioni e decine di migliaia di missili Grad in grado di raggiungere Haifa, oltre a migliaia di missili che coprono Israele centrale e meridionale, con un peso di mezza tonnellata, capacità e precisione. È importante sottolineare che ciò rappresenta una minaccia che il “fronte interno israeliano” non ha ancora conosciuto.
Yedioth Ahronoth pone due domande
Il giornale aggiunge: “Tutto ciò ci porta a due domande importanti: quali sono le possibilità che la guerra di logoramento si deteriori in una guerra globale, e se sia giusto iniziarla? Per provare a rispondere, dobbiamo esaminare come siamo arrivati fin qui, dato che il punto di partenza non è il 7 ottobre, ma piuttosto il gennaio 2023, quando ci furono indicazioni che Hezbollah stesse diagnosticando la debolezza israeliana nella regione, a causa delle decisioni della Casa Bianca, della coalizione più di destra della storia di Israele e alla profonda spaccatura al suo interno.
Incoraggiato da queste circostanze, Hezbollah ha iniziato a modificare lo schieramento delle forze lungo la linea di contatto, stabilendo postazioni lungo il confine dal mare alle fattorie di Shebaa, facendo avanzare le forze Al-Radwan il più vicino possibile alla recinzione, posizionando 15 “reggimenti” – piccoli battaglioni – lungo la Linea. La più grande provocazione di quei giorni fu l’erezione di due tende nelle fattorie di Shebaa. Tuttavia, l’esercito israeliano non ha modificato i suoi preparativi come richiesto”.
A quel tempo c’erano solo quattro battaglioni nella zona. Il capo della divisione di intelligence militare, Aman, il maggiore generale Aharon Halifa, ha promesso che sarebbe stato in grado di fornire alla divisione della Galilea un preavviso prima che le forze Al-Radwan attuassero il piano di invasione degli insediamenti della Galilea. I residenti si sono lamentati del fatto che i combattenti di Hezbollah erano diventati di fatto “vicini”, e l’esercito israeliano ha inviato lettere di avvertimento al primo ministro, pubblicate su questo giornale, affinché l’organizzazione individuasse il momento opportuno. Tuttavia, sul campo non sono stati compiuti passi significativi. Poi è arrivato il 7 ottobre”.
La paura di Israele
“Anche dopo sei mesi, non esiste una risposta affidabile al mistero del perché Hezbollah non abbia approfittato dell’attacco di Hamas per rappresentare una minaccia molto più drammatica per Israele”, riporta il rapporto. Il giornale conclude che “solo un esercito più grande e più forte potrà scoraggiare Hezbollah, e questo richiede tempo. C’è pressione sull’opinione pubblica israeliana affinché superi la questione, anche se la minaccia della risposta iraniana ha paralizzato Israele”.
di Redazione