Yahya Sinwar, fino all’ultimo respiro
Tra massacri di civili e omicidi mirati continua la marcia sanguinaria del folle e criminale regime sionista. Falliti gli obiettivi sul campo, Israele compensa il fallimento massacrando e distruggendo tutto ciò che gli viene a portato di mano. Senza voler nascondere le pesanti perdite causate ai vari movimenti dell’Asse della Resistenza, dopo un anno di stragi e devastazioni Israele non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi. L’ultima “consolazione” del regime è stata l’uccisione giovedì del comandante di Hamas, Yahya Sinwar.
Il capo di Hamas è stato ucciso in uno scontro a fuoco con Israele nella città di Rafah, a Gaza, ha confermato il capo di Hamas a Gaza, Khalil Hayya. Parlando in un discorso televisivo, Hayya ha commemorato la memoria del martire caduto, Yahya Sinwar, descrivendolo come risoluto, coraggioso e intrepido. “Sinwar ha sacrificato la sua vita per la causa della nostra liberazione. Ha incontrato la sua fine stando coraggiosamente a testa alta, impugnando la sua arma da fuoco, sparando fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo momento della sua vita“, ha dichiarato il funzionario di Hamas.
Sinwar ha vissuto tutta la sua vita da combattente. Fin dai suoi primi giorni, è stato impegnato nella sua lotta come combattente resistente. È rimasto ribelle dietro le sbarre israeliane e dopo il suo rilascio durante uno scambio di prigionieri, ha continuato la sua lotta e la sua dedizione alla causa.
Il carismatico leader del movimento di Resistenza palestinese era sfuggito a numerosi tentativi di assassinio prima e dopo l‘operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre 2023. Sinwar, 62 anni, ha svolto un ruolo determinante nel coordinamento e nella supervisione della storica operazione che ha scosso il regime sionista.
Yahya Sinwar: “La nostra Resistenza continuerà fino alla liberazione della Palestina”
Prima di diventare il leader di Hamas a Gaza nel 2017, Sinwar ha trascorso 22 anni in una prigione israeliana. È stato rilasciato come parte di uno scambio di prigionieri nel 2011. “Hamas non abbandonerà mai la via della Resistenza. La nostra Resistenza continuerà fino alla liberazione di tutta la Palestina”, ha dichiarato Sinwar durante un discorso a Gaza alla fine di ottobre 2017.
Con questo ennesimo omicidio, Israele conferma la sua totale incapacità di analizzare l’importanza e la sacralità del martirio per il popolo della Resistenza. La morte di un comandante può solo che rafforzare la determinazione e il coraggio di un popolo vessato da 80 anni di crimini e brutalità. Caro Israele, continua pure a massacrare innocenti e uccidere leader e comandanti, ma ignori gli eserciti che stanno nascendo dietro di loro.
di Redazione