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Vitalizi: Senato chiede parere del Consiglio di Stato

Com’era agevole prevedere la riforma sui vitalizi in Italia si arena in Senato per il brusco stop imposto dalla sua presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dopo i dubbi espressi in sede di presentazione del testo che prevede il ricalcolo degli assegni mensili agli ex deputati, Palazzo Madama invoca l’intervento del Consiglio di Stato perché si pronunci sulla legittimità della riforma, in particolare per ciò che attiene la retroattività dei tagli.

vitaliziLa Casellati ha pure chiesto l’audizione del presidente dell’Inps, Tito Boeri, che si è da subito dichiarato favorevole alla riforma e disponibile a collaborare con il Governo anche per un ridimensionamento delle cosiddette pensioni d’oro.

Il testo presentato da Montecitorio era stato accolto con entusiasmo dal popolo pentastellato, come la realizzazione immediata di uno dei punti forti del programma elettorale. Entusiasmo subito smorzato dalle perplesse dichiarazioni a caldo della Casellati e dalla rivolta di un gruppo di ex deputati che hanno minacciato azioni legali contro il Presidente della Camera, Roberto Fico, nella qualità di promotore della riforma.

Si vuole prendere tempo in Senato e, nonostante l’entusiastica adesione della stessa Casellati, quando la riforma era solo un punto del programma da realizzare, adesso che le parole sono state messe nero su bianco, arriva puntuale l’ostracismo dei privilegiati e di chi quei privilegiati rappresenta per estrazione, formazione e cultura.

Era nell’aria che si arrivasse alla battaglia del cavillo giuridico ed in questa occasione il cavillo sono stati chiamati a trovarlo “il nemico” Boeri e quelli che in Senato sperano siano gli amici, ossia i magistrati del Consiglio di Stato.

I tempi si allungano e, se i senatori del M5S auspicano una definizione in tempi ragionevoli della questione, così da poter arrivare al testo definitivo entro il 1 novembre, dagli uffici di presidenza fanno sapere che si prenderanno tutto il tempo necessario, a rivendicazione dell’autonomia istituzionale dell’azione del Senato.

Il presidente Fico, per nulla intimorito dall’atteggiamento ostativo della seconda carica dello Stato, tira dritto ed anzi dichiara che vuole chiudere la questione in settimana. A Montecitorio si vuole finalmente portare a compimento un immane lavoro che dura da mesi e che secondo le previsioni porterà l’Italia ad un risparmio di oltre 44 milioni all’anno, che fanno 500 milioni nell’arco di due legislature. Un bel gruzzoletto sottratto ai privilegi ai quali, i rappresentanti di una certa classe politica avida e dura a morire, proprio non riescono a rinunciare.

di Massimo Caruso

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