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Vitalizi: nessun accordo tra Fico e Casellati

Sul taglio dei vitalizi per gli ex parlamentari è praticamente scontro tra i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dopo la presentazione del testo relativo al ricalcolo degli assegni mensili agli ex deputati da parte del presidente della Camera, è arrivata la clamoroso frenata della presidente di Palazzo Madama che ha espresso forti dubbi sulla possibilità di porre in essere il provvedimento.

vitaliziLe perplessità della fedelissima all’ex cavaliere Berlusconi si concentrano fondamentalmente sulla retroattività del ricalcolo e sulla possibilità che il taglio incida negativamente sulla qualità della vita di persone che si trovano anche in “età rilevante”. Addirittura la Casellati si dice allarmata al fatto che gli aventi diritto si troverebbero a dover percepire un assegno inferiore a quello previsto dal reddito di cittadinanza, ossia i tanto sbandierati 780 euro, sui quali dovrebbe fare affidamento l’esercito italiano dei senza futuro. Che poi secondo il ricalcolo sarebbero in realtà 980 euro a cui ammonterebbe il tanto agognato vitalizio minimo, con buona pace di chi uno stipendio del genere ancora se lo sogna e probabilmente non lo percepirà mai.

Parla di diritti acquisiti l’avv. Casellati, mentre le fanno notare che si tratta di privilegi, il cui taglio non è affatto considerato simbolico persino dal presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Tito Boeri, il quale attribuisce alla misura un peso specifico assolutamente rilevante per le casse previdenziali.

I dubbi sulla retroattività sono sostanzialmente gli stessi di quelli avanzati da buona parte dei senatori della Lega e sui quali si basa la linea difensiva di quegli ex deputati che, sentendosi già minacciati e in odor di povertà, vogliono proporre una class action contro il presidente Fico.

Vitalizi, punto di forza del M5S

Una spaccatura istituzionale che riguarda uno dei punti di forza della campagna elettorale del M5S, il classico nodo che viene al pettine e che essendo uscito dal fatato mondo del proclama elettorale, rischia adesso di tradursi in provvedimento legislativo in carta e inchiostro.

Un’accelerazione quella di Fico che ha spiazzato la Casellati, che in un primo tempo, all’epoca dei proclami appunto, si era dichiarata più che disponibile a fare la sua parte. Messa di fronte alla concretezza di una misura che minaccia molto da vicino i privilegi di una certa casta da lei degnamente rappresentata, la seconda carica dello Stato prende tempo e già si preannuncia una battaglia che prevede la profusione di una serie di cavilli giuridici ardua da districare.

di Massimo Caruso

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