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Verità, un fastidioso e inutile dettaglio

Se un nemico che non conosce l’arte della dialettica ti tira una bastonata in testa, tutto sommato fa il suo lavoro. Se invece viene sorpreso mentre sta per bastonarti, e di conseguenza prende due schiaffoni e ti denuncia per aggressione, perde l’onorevole rango di nemico e diventa semplicemente un escremento sociale. Non perché abbia cercato di chiuderti la bocca con la forza, ma perché ha giocato sporco, mentendo e gettando così nella fogna l’umana dignità che nobilita ogni avversario che sappia affrontarti a viso aperto. Pare che il vizio di dimenticarsi della verità sia diffuso come un virus soprattutto tra gli incravattati agenti del pensiero unico, che poi non sono che le due facce della stessa medaglia mondialista.

Verità e “minaccia islamica”

Magdi Allam, qualche anno fa girava l’Italia con una seguitissima conferenza sulla “minaccia islamica“, invocando la verità da parte dei mezzi di comunicazione, a suo dire poco attivi nella denuncia del “pericolo maomettano”. Quando gli venne chiesto se la verità da lui richiesta fosse la stessa che aveva alimentato l’aggressione all’Iraq di Saddam Hussein rispose che si, in effetti allora si era utilizzata una bufala, ma che la menzogna delle famose “armi di distruzione di massa” era stata “necessaria” per porre fine ad un dittatore sanguinario.

La verità, quindi, diventa un dettaglio, ininfluente e fastidioso da rimuovere al più presto, cosa che avvenne puntualmente e che avviene oggi quando si parla di un altro “dittatore sanguinario ecc. ecc.” come il Presidente della Siria, Bashar Assad. L’esportazione della democrazia viaggia sulle ali della fantasia.

Menzogne e ipocrisia nella politica italiana

C’è poi una categoria politica in Italia che ha fatto della menzogna il faro guida della sua tempestosa navigazione. Molti esemplari stanno nella galassia “antagonista” e delle formazioni politiche ad essi contigue. Prima aggrediscono con caschi e bastoni, poi però scappano e denunciano, ricevono l’attenzione dei media e dipingono di arcobaleni le facce dei loro bambini, per creare un ambiente artefatto di “pace e amore” che dovrebbe rendere verosimile la loro denuncia in qualità di povere vittime.

Quando la cruda verità puntualmente esce da qualche telecamera di sorveglianza, beh allora un misericordioso silenzio cala su vicende che fino ad allora avevano dettato l’apertura dei telegiornali e avevano tolto il sonno agli opinionisti de “La Repubblica”.

Non crediamo che alla lunga la menzogna paghi. Da parte nostra non resta che attendere pazientemente, senza cadere nelle provocazioni di cui questi soggetti, privi di idee, sono ossessivi produttori seriali. La verità per loro è un dettaglio. Per noi rappresenta un traguardo che si avvicina giorno dopo giorno.

di Franco Nerozzi

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