Medio Oriente

Dissidenti sauditi formano partito anti-regime

Un gruppo di dissidenti sauditi in esilio ha fondato il partito National Assembly Party per combattere lo spietato regime in Arabia Saudita. I dissidenti sauditi sfidano il sovrano de facto, il principe ereditario Mohammed bin Salman, protagonista di una brutale repressione contro ogni dissenso

L’alleato degli Stati Uniti è una monarchia assoluta antidemocratica senza un parlamento eletto o partiti politici. I tentativi in passato di organizzarsi politicamente nello Stato del Golfo Persico nel 2007 e nel 2011 sono stati soppressi e i membri arrestati. 

Dissidenti sauditi contro violenza e repressione

Il National Assembly Party (Naas) ha chiesto mercoledì scorso un parlamento eletto e garanzie costituzionali per garantire la separazione dei rami legislativo, giudiziario ed esecutivo. “Lo spazio per la politica è bloccato in tutte le direzioni e chiediamo un cambiamento pacifico per combattere la violenza e la repressione. Il tempismo è molto importante… il clima di repressione sta aumentando”, ha dichiarato alla Reuters, Madawi al-Rasheed, membro della Naas e accademico. Naas mira a creare un movimento nazionale lavorando con “tutti dall’interno e dall’esterno della famiglia reale”. 

L’Arabia Saudita è stata ripetutamente accusata di diffusa violazione dei diritti umani. Il regime ha anche arrestato ecclesiastici, attivisti e intellettuali e ha effettuato un’epurazione di reali e altri eminenti sauditi per presunta corruzione in quanto rivali al trono. 

Il re Salman, che ha subito un intervento chirurgico a luglio, ha delegato la maggior parte delle responsabilità al figlio ed erede di 34 anni, che è diventato principe ereditario durante un colpo di stato di palazzo nel 2017.

Il principe Mohammed è stato inizialmente acclamato negli Stati Uniti e in Europa per le audaci riforme per aprire il regno e diversificare la sua economia, ma la sua immagine è stata offuscata in Occidente dall’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi nel 2018, nel consolato saudita di Istanbul. 

Il regno, dominato dal wahhabismo, un’ideologia eccezionalmente intollerante, è anche accusato di esercitare politiche radicalmente discriminatorie nei confronti della sua minoranza sciita. Nel gennaio 2016, le autorità saudite hanno giustiziato il religioso sciita Sheikh Nimr Baqir al-Nimr, per aver criticato il regime di Riyadh

di Yahya Sorbello

Tags
Mostra altro

Articoli correlati

Lascia un commento

Back to top button
Close
Close

IlFaroSulMondo.it usa i cookies, anche di terze parti. Ti invitiamo a dare il consenso così da proseguire al meglio con una navigazione ottimizzata. maggiori informazioni

Le attuali impostazioni permettono l'utilizzo dei cookies al fine di fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui ad utilizzare questo sito web senza cambiare le tue impostazioni dei cookies o cliccando "OK, accetto" nel banner in basso ne acconsenterai l'utilizzo.

Chiudi