Venezuela: dalla Svezia un primo carico di banconote
Casse con 50mila banconote nuove sono finalmente arrivate in Venezuela in piena crisi valutaria e crescente disagio sociale. Un ritardo di quattro giorni che il presidente Nicolas Maduro ha attribuito la scorsa settimana al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti suscitando vaste proteste.
Un aereo pieno di banconote nuove è arrivato domenica dalla capitale svedese di Stoccolma a Caracas, accolto da Jose Khan della Banca Centrale del Venezuela che ha annunciato: “Ci sono 272 casse con 50mila banconote da 500 Bolivar”, aggiungendo che sarebbero arrivati presto altri due aerei con banconote da 500 Bolivar, per un totale di 60 milioni di unità.
Il Presidente Maduro e il programma utilizzato dal primo ministro indiano Modi
L’11 dicembre, il Presidente Maduro annuncia il graduale ritiro della valuta più largamente diffusa (100 bolivar, dal valore di 3 cent di dollaro) entro le successive 72 ore, con l’obiettivo di fermare le bande criminali trafficanti in valuta, denaro utilizzato presumibilmente per l’acquisto di beni sovvenzionati in Venezuela. La misura è simile alle improvvise politiche di demonetizzazione del primo ministro indiano Narendra Modi del mese scorso. Maduro ha avvisato i cittadini che non sarà permesso far rientrare dall’estero le vecchie banconote da 100 Bolivar per scambiarle con la nuova valuta.
Come riporta Associated Press, il lunedì successivo il Presidente Nicolas Maduro ordina la chiusura per 72 ore della frontiera con la Colombia, come mezzo per tentare di stroncare il contrabbando di valuta, da parte di quelle che lui chiama “mafie”, teso a destabilizzare l’attuale economia socialista del Paese. Il governo chiude poi i confini del Paese con il Brasile e la Colombia fino al 2 gennaio, nel tentativo di aumentare la sicurezza e impedire alle organizzazioni criminali l’accaparramento delle banconote da 100 Bolivar.
La decisione arriva a meno di due settimane prima di Natale, una grande stagione di shopping anche in Venezuela dove l’iperinflazione significa acquirenti che vanno a fare la spesa con gli zaini pieni di banconote e dove molte persone non possono nemmeno permettersi di comprare cibo a sufficienza. La banconota da 100 Bolivar è la più utilizzata, e i fornitori regolarmente si rifiutano di prendere il pagamento in tagli più piccoli.
Manifestazioni di protesta e code
Quando giovedì non arrivano le nuove banconote, come previsto dal governo, il ritardo scatena manifestazioni di protesta in tutto il Paese e lunghe code presso le banche. Si segnalano saccheggi a decine di negozi. Il Presidente venezuelano accusa di sabotaggio il Dipartimento del Tesoro degli Usa.
Il Venezuela, con un’inflazione più alta del mondo, è stato testimone di un elevato tasso di disoccupazione e dell’impennata dei prezzi. Maduro dichiara che la crisi è il risultato di una manovra sponsorizzata dagli Stati Uniti per destabilizzare il Paese. I gruppi di opposizione, invece, criticano la politica economica di Maduro, accusando il suo governo di essere “distruttivo in gestioni economiche”. Secondo il leader dell’opposizione, Julio Borges, l’unico obiettivo del governo è quello di mantenere il potere a qualsiasi prezzo.
Ma il caos forse, non è colpa del governo socialista, se – come ha denunciato – machiavellici capitalisti stanno accumulando ricchezze e gonfiando i prezzi per sabotare il socialismo. Il ministro dell’Interno Nestor Reverol ha inoltre dichiarato che i criminali stanno ammucchiando le banconote da 100 bolivar in conti all’estero in posti come Svizzera e Ucraina contribuendo all’attacco economico al Venezuela.
Sta di fatto che l’anno che si chiude per il Venezuela è stato, senza dubbio, il più difficile per la gente comune degli ultimi dieci anni e per il 2017 il governo prevede una ripresa economica da metà anno con l’accordo Opec. Intanto la gente ha fame.
di Cristina Amoroso