Veli. Oltre la donna, oltre l’Islam
Oltre la donna, oltre l’Islam – I capelli femminili sono considerati sinonimo di fascino ed eleganza, fonte di sensualità. Si tratta di una componente del corpo delle donne che certamente rientra, per usare una espressione del Corano, “tra le loro parti belle”. In particolare quando sono lunghi e sciolti, i capelli della donna evocano bellezza e giovinezza tanto che, nel corso dei secoli, sono stati celebrati da numerosi artisti. Francesco Petrarca, nel descrivere la grazia e la beltà di Laura, apre le rime con un elogio alla chioma della donna amata: “Eran i capelli d’oro e l’aura sparsi”.
Nel ‘400 il pittore Sandro Botticelli dipingeva le figure femminili con capelli fluenti e luminosi che conferivano alle donne rappresentate una eleganza celestiale. Il velo è direttamente legato ai capelli e a tutto ciò che essi rappresentano. E’ un capo di abbigliamento che accomuna l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Purtroppo negli ultimi tempi ha assunto, in relazione a quest’ultima confessione religiosa, un’accezione negativa connessa alla presunta sottomissione della donna di cui esso sarebbe il simbolo.
Per questa ragione si è ritenuto opportuno andare oltre gli schemi forniti dai mass-media provando a smontare le odierne costruzioni stereotipate sul simbolo del velo. A questo proposito sono stati consultati i testi sacri di altre religioni ragionando sui suoi usi tradizionali prima e dopo l’avvento dell’Islam. La ricostruzione qui proposta racconta di un velo diverso, di un simbolo indipendente dalle attuali strumentalizzazioni mediatiche.
di Redazione