America

Usa, un Paese nel caos tra abusi e propaganda

Negli ultimi giorni, una nuova ondata di proteste ha fatto rinfocolare gli animi dei dimostranti negli Usa. A farne le spese, questa volta, è stato Jacob Blake che intervenuto per sedare una rissa stava per risalire in macchina quando la polizia è intervenuta sparandogli sette colpi di pistola. Fortunatamente i colpi che lo hanno raggiunto alla schiena non lo hanno ucciso, ma sicuramente perderà l’uso delle gambe.

I volti di questa nuova rivolta, a parte quello di Jacob Blake, sono i volti di protagonisti che non potrebbero essere più diversi e più distanti tra di loro. Tra questi volti ci sono quelli dei giocatori dell’Nba, le star del basket che non hanno paura di prendere posizione politica.

Modelli Usa e tracollo di una nazione

Un’altra follia che emerge dal caos in cui vivono gli Usa, è rappresentata dal 17enne Kyle Rittenhouse. Bianco, suprematista, trumpiano, sostenitore delle forze dell’ordine che ha imbracciato il suo fucile mitragliatore ed ha ucciso due manifestanti nel Wisconsin. Quello che fa specie in questa vicenda, oltre che l’uccisione dei due manifestanti, è che la polizia si è presa del tempo per arrestare Kyle che faceva parte di una ronda che avrebbe dovuto difendere il quartiere dai dimostranti. Eh si, un movimento di cittadini armati che aveva anche una pagina Facebook “Kenosha guard militia” che è stata prontamente chiusa.

Lasciando le analisi comportamentali al futuro processo che lo vedrà dichiarato insano di mente, si può affermare che Kyle è il prodotto del sistema malato della società americana, che si basa su ingiustizia, violenza e razzismo. Un Paese dove la vendita di armi è libera e difesa dalla potentissima Rifle Association.

Kyle è l’ennesimo prodotto di una nazione dove puoi morire se non ti puoi permettere le cure sanitarie. Una nazione che si regge su di un sistema fallito che viene spacciato per vincente. Un sistema che propaganda queste rivolte come eccezioni e non per quello che sono in realtà: feroce normalità. Infine, rimangono le star del Basket a dar voce agli ultimi.

di Sebastiano Lo Monaco

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