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Usa. Le sanzioni contro l’Iran colpiscono anche la beneficenza?

di Cristina Amoroso

Nel suo discorso all’Università del Cairo nel giugno 2009, il presidente Barack Obama si era impegnato a rendere più facile per  i musulmani americani ottemperare ai loro obblighi religiosi, tra cui la beneficenza. Ma la promessa si è rivelata uno scherzo amaro per due coniugi iraniani.

Per il medico iraniano-americano Hossein Lahiji e sua moglie, Najmeh Vahid, che avevano donato 1,8 milioni di dollari ad un ente di beneficenza islamico (la Fondazione Child) per bambini bisognosi in Iran, adempiere alla legge islamica ha avuto come risultato una condanna a Portland, Oregon, di cospirazione per frode agli Stati Uniti e di violazione dell’embargo economico contro l’Iran. Ora il governo degli Stati Uniti sta usando la minaccia di accusa di frode all’Azienda Sanitaria Statale per indurli a rinunciare alla cittadinanza e a tornare in Iran dietro patteggiamento.

Secondo il report dell’Fbi che ha condotto le indagini “Il 19 novembre 2013, il giudice Garr M. King ha condannato entrambi gli imputati ad un anno e un giorno in una prigione federale. Inoltre, gli imputati sono stati condannati a pagare  200 mila dollari di multa e congiuntamente a pagare un risarcimento per un importo di 973.503 $ per l’Internal Revenue Service per tasse arretrate dovute. La corte ha anche confermato il verdetto della giuria ad un ulteriore 600mila dollari  per reato di riciclaggio negli Stati Uniti”.

L’accusa alla coppia iraniana – strettamente correlata al procedimento avverso la Fondazione Child – fa parte di una lunga serie di casi in cui il governo degli Usa ha cercato di sopprimere enti di beneficenza islamico-statunitensi operativi in Medio Oriente, con l’accusa di essere supporto materiale al terrorismo e di violare embarghi economici degli Usa in Iraq o Iran.

Le prove della difesa hanno indicato che Lahiji, urologo di McAllen, Texas, è un devoto musulmano sciita che crede nella richiesta della sua fede di dare un quinto del suo reddito al netto delle spese in beneficenza – una pratica chiamata Khums nell’Islam Sciita – . Tuttavia, il governo degli Stati Uniti ha cercato di presentare la coppia come motivata da “avidità”, sostenendo illegalmente che le donazioni alla Fondazione Child erano un dispositivo per detrazioni degli investimenti aziendali in Iran.

Ma non solo. L’ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Portland ha anche perseguito una strategia cinica nel caso contro la Fondazione Child e la coppia Lahiji-Vahid collegandoli al “terrorismo”, citando un religioso iraniano di primo piano con il quale la fondazione era stata in contatto per trascinare Hezbollah nel caso.

Gareth Porter, giornalista investigativo indipendente e storico, in un lungo articolo pubblicato il 16 gennaio 2014 su Truthout, smonta le accuse dimostrando come gli Stati Uniti abbiano usato la scusa del terrorismo per attaccare la beneficenza islamica per l’Iran negli anni successivi all’11 settembre, da allora il governo americano ha arrestato nove persone legati ad enti di beneficenza islamici – sequestrando i loro beni – e facendo irruzione in sei sedi, tutti con l’accusa che erano legati al terrorismo – per i quali la prova era scarsa o inesistente.

L’accusa alla Fondazione Child e ai coniugi Lahijis, con la sua citazione di terrorismo come stratagemma, evidenzia sempre di più la chiara politica aggressiva e senza scrupoli che l’America attua nei confronti dell’Iran.

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