Unrwa: Washington architetta crisi umanitaria
Gli Stati Uniti e altri 13 Paesi hanno sospeso i finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa), a causa delle accuse di “coinvolgimento di alcuni dei suoi dipendenti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre”. Questa decisione, inaccettabile per la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, rivela da un lato i doppi standard degli occidentali e dall’altro l’ipocrisia politica. Washington, sulla carta contraria al genocidio in corso a Gaza, sta uccidendo i palestinesi in due modi: continuare i finanziamenti militari a Israele e bloccare gli aiuti umanitari.
L’Unrwa è stata istituita come soluzione temporanea per risolvere la situazione dei palestinesi, dopo che l’entità occupante prese il controllo della Palestina nel 1948 e sfollò circa 570mila palestinesi. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha emesso una risoluzione che sancisce il diritto dei palestinesi al ritorno alle proprie case. La risoluzione 302 ha poi istituito l’Unrwa come organo sussidiario dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per attuare “programmi di soccorso e di lavoro diretto”.
In seguito alle accuse americane, che si inseriscono nel contesto di una pressione sistematica sul movimento Hamas affinché rinunci a una serie di linee rosse fissate specificamente riguardo all’accordo sullo scambio di prigionieri, diversi Paesi hanno annunciato a gennaio che avrebbero sospeso finanziamenti all’Unrwa, Italia in prima linea.
I maggiori donatori sono: Stati Uniti: 343,9 milioni di dollari (il Congresso ha bloccato i finanziamenti per l’agenzia fino a marzo 2025), Germania: 202 milioni di dollari, Unione Europea: 114,1 milioni di dollari, Svezia: 60,9 milioni di dollari, Norvegia: 34,1 milioni di dollari, Canada: 23,6 milioni di dollari e Gran Bretagna: 21,1 milioni di dollari.
Unrwa ha raggiunto “punto di rottura”
Il capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini, ha confermato che l’agenzia ha raggiunto un “punto di rottura”. Sebbene l’agenzia abbia deciso di licenziare 10 dei suoi dipendenti e abbia iniziato a condurre un’indagine, la maggior parte dei Paesi donatori si è rifiutata di riprendere i finanziamenti fino al completamento dell’indagine.
L’agenzia ha fornito aiuti a circa 5,9 milioni di rifugiati palestinesi, per più di 75 anni, in un momento in cui la comunità internazionale non riusciva a trovare alcuna soluzione permanente che salvasse i palestinesi nella Striscia di Gaza dall’assedio e dalla macchina omicida israeliana.
La velocità con cui i Paesi hanno deciso di sospendere i finanziamenti solleva interrogativi e sospetti, come se l’azione fosse pianificata e avesse bisogno di un pretesto. La politica di “punizione collettiva” dell’agenzia, a seguito di accuse rivolte a individui specifici, rivela il coinvolgimento degli Stati Uniti e dei suoi partner nell’organizzazione della guerra contro la carestia e della crisi umanitaria che colpisce i palestinesi.
Decisione degli Stati Uniti e dell’Occidente contribuisce al crimine di punizione collettiva
Il capo della Commissione internazionale per il sostegno ai diritti del popolo palestinese, Salah Abdel Ati, conferma che “la decisione degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali contribuisce al crimine di punizione collettiva, rende questi Paesi partner nella guerra della fame.” Sottolinea che “questa decisione influisce sulla capacità dell’Unrwa di svolgere il proprio ruolo nel fornire soccorso alla popolazione di Gaza che vive in mezzo agli orrori della fame, della sete, delle malattie e degli aiuti limitati, e che dipende principalmente dal suo aiuto alla luce dell’aggressione israeliana in corso e della guerra genocida”.
“L’ironia di tutto questo è che i problemi dell’Unrwa sono creati dalla comunità internazionale”, dice Tiara Atay, operatrice umanitaria delle Nazioni Unite. “Dopo decenni di rifiuto di prendere sul serio lo Stato palestinese – 15 dei paesi che hanno ritirato i finanziamenti non riconoscevano lo Stato di Palestina – la decisione ora di tagliare i finanziamenti all’Unrwa è illogica quanto una condanna a morte”, afferma Atay.
di Redazione