CronacaEconomia

Vaccini Covid 19, quando i ricchi dimenticano i poveri

Mentre in nazioni come l’Italia si pensa alla terza dose di vaccini contro il Covid 19, il resto d’Europa si appresta ad estendere restrizioni ai non vaccinati. Il Regno Unito vede aumentare ogni giorno di più il numero dei contagiati dopo aver liberato tutto e tutti, e si prepara ad una nuova campagna vaccinale. Il resto del mondo marcia con un ritmo di vaccinazione bassissimo, con una percentuale di dosi ricevute dalle nazioni a basso e medio reddito del 14%.

“Una dose di realtà” è il report che è stato pubblicato qualche giorno fa da People’s Vaccine Alliance, una coalizione di Ong di cui fanno parte Oxfam, Emergency, Amnesty International e Unidas. Cosa si legge nel rapporto? “Il G7 e il Team Europe (cioè Ue più Islanda e Norvegia) hanno consegnato ai Paesi a basso e medio reddito solo il 14% delle dosi, cioè 261 milioni sugli 1,8 miliardi promessi.

Il governo britannico ha consegnato solo 9,6 milioni, meno del 10%, dei 100 milioni di dosi promesse alle nazioni più povere, e ha per di più usufruito di mezzo milione di dosi da Covax”, questo quanto denunciato Sara Albiani di Oxfam e Rossella Miccio di Emergency. “Gli Stati Uniti hanno consegnato quasi 177 milioni di dosi su 1,1 miliardi promesse, la Germania 12,3 su 100 milioni e così via”. L’Italia ne ha promesse 45 milioni ma per ora è ferma a circa un quarto dell’obiettivo.

Vaccini, le nazioni ricche e l’effetto paradosso

Paradossalmente il grosso delle donazioni partite dai Paesi “ricchi”, si è spostato verso altri Paesi ad alto reddito che rappresentano il 16% della popolazione. Invece, nei Paesi “poveri”, dove c’è più bisogno, dove vive l’8% della popolazione mondiale, si deve dividere l’1% delle dosi donate dai Paesi “ricchi”.

Quindi, nazioni ricche e case farmaceutiche rappresentano un connubio inestricabile che, oltre a non mantenere gli aiuti promessi, bloccano i Paesi in via di sviluppo nella loro capacità di produrre autonomamente i propri vaccini. 

Anche l’iniziativa Covax dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sta fallendo, ma in questo caso la responsabilità e delle aziende. Dei 994 milioni di dosi promesse a Covax da Johnson & Johnson, Moderna, Oxford/AstraZeneca e Pfizer/BioNTech, solo 120 milioni (il 12%) sono state effettivamente consegnate.

Le aziende hanno dichiarato di essere in grado di produrre 7,5 miliardi di dosi nel 2021, pur di spegnere sul nascere la pressione a rinunciare ai brevetti. Con gli attuali ritmi di produzione si potrebbero produrre 6,2 miliardi di dosi entro l’anno, ma ne mancherebbero altri 1,3 miliardi. 

L’obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione di ogni Paese entro il 2021 e quindi di tagliare le gambe alle varianti, è un obiettivo irraggiungibile con tutto quello che questo mancato traguardo potrebbe comportare in futuro.

di Sebastiano Lo Monaco

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