Unesco: siti Yemen e Libano in pericolo
Le Nazioni Unite hanno iscritto nella lista del patrimonio mondiale un’antica città e la sua diga nello Yemen e un parco futurista in Libano. L’agenzia culturale delle Nazioni Unite (Unesco) ha elencato entrambi come siti del patrimonio mondiale in pericolo, il primo a causa del conflitto saudita in Yemen, e il secondo a causa del “suo allarmante stato di conservazione” e della mancanza di risorse in Libano.
Sette siti archeologici sono stati aggiunti nella provincia yemenita di Marib per testimoniare le conquiste del regno di Saba dal primo millennio a.C. fino all’arrivo dell’Islam intorno al 630, ha affermato l’Unesco.
Il regno, noto per la leggendaria regina di Saba, all’epoca controllava gran parte del percorso dell’incenso attraverso la penisola arabica.
I nuovi siti elencati includono l’antica città di Marib, due templi e i resti dell’antica diga della città, un’opera di antica ingegneria idrologica la cui rottura è menzionata nel Corano. L’organismo delle Nazioni Unite ha affermato di sperare che la decisione aiuti a “mobilitare l’intera comunità internazionale per la protezione dei siti”.
Unesco vota per aggiungere alla lista sito di Tripoli
Il comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco ha anche votato per aggiungere alla lista la Fiera internazionale Rachid Karameh nella città costiera settentrionale di Tripoli, in Libano. Il parco in cemento, a pochi passi dal lungomare, è stato progettato dal leggendario architetto brasiliano Oscar Niemeyer, ma rischia di crollare.
“La fiera è stata il progetto di punta della politica di modernizzazione del Libano negli anni ’60”, ha affermato l’Unesco, descrivendola come “una delle maggiori opere rappresentative dell’architettura moderna del XX secolo” nella regione. La sua iscrizione come sito del patrimonio mondiale in pericolo “apre l’accesso a una maggiore assistenza internazionale” per preservarlo.
Il primo ministro libanese Najib Mikati, originario della città, ha accolto con favore la decisione come “un grande risultato per il Libano e i libanesi, in particolare per la città di Tripoli”. Molti libanesi speravano in un inserimento nell’elenco dell’Unesco per aprire la strada ai finanziamenti dei donatori per salvare il parco, in un Paese impantanato dal 2019 in una delle peggiori crisi finanziarie della storia recente.
di Redazione