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Una Terra devastata dagli interessi di pochi

di Giovanni Sorbello

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha riferito che l’inquinamento atmosferico da traffico e industriale è tra le maggiori cause di cancro ai polmoni e alla vescica. Il verdetto emesso da parte dell’Iarc, si spera possa contribuire a mettere pressione sui governi affinchè prendano adeguati ed urgenti provvedimenti.

“L’aria che respiriamo è diventata inquinata con una miscela di sostanze che provocano il cancro”, ha dichiarato il dottor Kurt Straif, capo della sezione monografie dell’Iarc, che valuta le prove e pubblica avvertimenti ufficiali. “Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria esterna non è solo un grave rischio per la salute in generale, ma anche una causa ambientale di decessi per cancro”.

L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio anche per altre malattie, tra cui quelle cardiache e respiratorie. Il numero di persone esposte all’inquinamento atmosferico sono aumentate rapidamente nei Paesi industrializzati. I dati più recenti affermano che ci sono stati 233mila morti per cancro ai polmoni causati dall’inquinamento dell’aria in tutto il mondo nel 2010.

L’Iarc che svolge continui studi e ricerche sui rischi del cancro, ha dichiarato che le sostanze chimiche sprigionate nell’aria dallo scarico dei motori diesel, solventi, metalli e polveri sono stati tutti etichettati come altamente cancerogeni. Questa è la prima volta che si è classificato l’inquinamento dell’aria come una causa diretta del cancro.

Le principali fonti di inquinamento atmosferico sono il traffico, le centrali elettriche, le emissioni industriali, le emissioni agricole, le emissioni da riscaldamento e i fumi di cottura della casa, lo riferiscono fonti dell’Iarc. I livelli di inquinamento dell’aria variano da luogo a luogo, ma tutti i Paesi del mondo ne sono interessati e dovrebbero fare qualcosa in tal senso prima che sia troppo tardi per tutti.

Basterebbe iniziare a coltivare la cultura del rispetto, quel rispetto per tutto ciò che ci circonda e che troppo spesso ignoriamo, o ancora peggio, violentiamo. Basterebbe saper rinunciare ad una logica del profitto esasperato che ingrassa le pance di poche, a scapito del benessere della nostra terra e di tutti gli elementi che la natura ci ha donato.

 

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