Un felice Natale a te… pilota di F-16
Auguriamo un felice Natale a te e famiglia, che tu possa trascorrere questo periodo festivo con gioia e serenità, attorniato dai tuoi cari, dagli affetti più intimi. Che tu possa goderti un meritato riposo, ora che sei sceso dal tuo F-16, hai svolto il tuo dovere da militare, hai obbedito agli ordini dei tuoi superiori e portato a termine con “successo”, si, con “successo”, l’ennesima missione contro… il nemico di turno, poco importa chi, sono comunque “terroristi”.
Crediamo sia giusto ricordarli questi “eroi” che in silenzio, senza godere della luce della ribalta, quotidianamente si alzano in volo con i loro modernissimi caccia e con un semplice gesto e con spaventosa naturalezza catturano il nemico nel loro obiettivo e basta un clic, un pulsantino da pigiare ed è finita, la loro missione è compiuta. Nessuno si stupisca hanno solo servito la loro Patria. Con questo semplice clic non finisce solo la missione, ma spesso si conclude l’esistenza anche di un essere umano, di solito sono molti più di uno. Chi sono questi esserei umani? Semplice a dirsi, “terroristi” per Israele e martiri per il popolo palestinese.
In questa notte di Natale in cui anche il più becero dei criminali sempre avere un’anima, non siamo qui a puntare il dito contro nessuno, poichè l’episodio che stiamo per raccontare merita qualcosa in più di un colpevole da smascherare. Poche ore fa una squadriglia di F-16 israeliani si è alzata in volo per colpire alcuni siti nella Striscia di Gaza. Operazioni quotidiane, oramai non fanno più notizia da quelle parti. In questo caso ci sentiamo di soffermarci un attimo, forse è il clima natalizio che rende il tutto più disgustoso, assurdo e disumano.
Un missile lanciato da un F-16 ha colpito in pieno una casa ad est del campo profughi di Maghazi nel centro di Gaza. In questa abitazione non si trovava nessun terrorista e non vi era traccia di siti militari della resistenza. Ma ciò non è bastato per scampare alla furia devastante scatenata da quel semplice clic. Quel giovane pilota ha solo inserito le coordinate nel sistema di puntamento dei missili per decidere che in questa tristissima vigilia di Natale, l’esistenza di Hala Abu Sbeikha di appena 4 anni, si sarebbe drammaticamente conclusa. Hala è morta sotto le macerie della sua casa mentre si trovava in compagnia della sua famiglia, i cui componenti sono rimasti feriti nell’attacco.
Al pilota che ha pigiato quel tasto verrebbe di chiamarlo criminale o altro, ma forse è solo una vittima di un sistema, quello si criminale, che addestra, inquadra e indottrina questi giovani nell’odio e nel disprezzo verso il prossimo. D’altronde hanno dettato al mondo le loro regole, hanno deciso quale fosse la loro terra – da rubare – e non possono certo fermarsi di fronte al senso di umanità. Non serve odiare chi non conosce l’amore e l’essenza della vita, non ci fermeremo a condannarli poichè oggi non servirebbe più a nulla. Dobbiamo fermarci per stringerci intorno a coloro che per amore della vita, della Terra in cui sono nati e cresciuti e per la libertà del loro popolo, continuo a combattere e morire in silenzio, sacrificando anche l’innocenza dei propri figli. Pace su di te piccola Hala.
di Redazione