Ue: la disoccupazione continua ad aumentare
Da un po’ di tempo ci viene ripetuto che siamo fuori dal tunnel dove l’avidità dissennata delle banche e le ottuse politiche d’austerità ci hanno cacciato. Peccato che proprio la Commissione Ue riveda al peggio le stime sulla disoccupazione per il 2014: con un 12,8% sale ancora, come invariabilmente da troppo tempo; e nel 2015 sarebbe destinata a scendere al 12,5% (vedi il guadagno!). E quanto al Pil, dopo il tracollo del 2013 (- 1,9%), nel 2014 sarebbe destinato a salire d’uno striminzito 0,6%, che nelle previsioni dovrebbe divenire 1,2% nel 2015.
Ammesso che queste stime di crescita si rivelino esatte (da anni sono state regolarmente riviste al ribasso), certificano una “ripresina” asfittica, che non cambia in nulla la sofferenza del Sistema Italia.
Inoltre, fra le altre parole di circostanza, Siim Kallas, l’attuale Commissario Ue agli affari economici, ricordava come permanesse il problema dei conti pubblici italiani, e che il 2 giugno sarebbe stato valutato il rispetto degli obiettivi del Patto di Stabilità; come dire che c’è la possibilità di altre bacchettate e nuovi “compiti a casa”.
D’accordo che l’economia italiana aveva e ha troppe disfunzioni, rendite parassitarie, sprechi e inefficienze (su tutto questo si che bisognerebbe intervenire); d’accordo che ci siamo distinti troppo spesso più per le “furbate” che per serietà; ma dopo questi anni bui, che hanno inciso nella carne viva della società con una caterva di fallimenti e l’esplosione del disagio sociale, vorremmo comprendere cosa s’aspetta ancora a prendere atto che le politiche stupidamente restrittive che ci propinano siano semplicemente tossiche e non curano il problema.
E vorremmo ricordare ancora che il Pil, a cui s’appiccano tutti, non è affatto rappresentativo del benessere della gente, viste le diseguaglianze che stanno aumentando spaventosamente; può esserlo il lavoro, ma quello vero, che infatti continua a diminuire.